Sant’Anselmo d’Aosta è stato teologo, Dottore della Chiesa e vescovo. Lottò strenuamente per la libertà della Chiesa. Sopportò la sofferenza e l’esilio.
Sant’Anselmo nacque ad Aosta, nel 1033 circa. Fu una delle figure più rilevanti del Medioevo europeo. Di nobile famiglia, fu affidato ai benedettini d’Aosta. Ebbe un buon rapporto con la madre, mentre con il padre non mancarono i contrasti, specie quando Anselmo espresse la volontà di divenire monaco.
Dopo gli anni della giovinezza, Sant’Anselmo si recò in Normandia, ad Avranches. Lì venne a conoscenza dell’abbazia benedettina di Notre – Dame du Bec. Anselmo si recò a Le Bec per conoscere il priore Lanfranco di Pavia. Divenne il suo miglior allievo, facendosi poi monaco nel 1062. Dopo soli tre anni ricevette la carica di priore della scuola ricoperta da Lanfranco, che nel frattempo era stato destinato a guidare l’abbazia di Santo Stefano di Caen. Era il 1078 quando Anselmo divenne abate di Le Bec.
Gli anni a Le Bec furono profondamente formativi per Anselmo. La composizione di alcune delle sue opere teologiche più importanti come il Monologion (1076) e il Proslogion (1078) risalgono a quel periodo. Ma anche gli opuscoli e i dialoghi da lui lasciati ci danno un’idea della sua grande opera pedagogica e dogmatica.
Le sue opere affrontavano tematiche molto rilevanti. Nel Monologion si meditava sull’esistenza divina. Il Proslogion, considerato capolavoro teologico, argomentava l’esistenza dell’Essere supremo. La sua fama non passò ignota nella lontana Canterbury, dove il suo maestro Lanfranco era divenuto arcivescovo. Alla morte del maestro Lanfranco, i vescovi, il popolo e i signori inglesi pressarono il re Guglielmo II il Rosso affinché chiamasse Anselmo a Londra. Il 6 marzo 1093 Anselmo divenne Arcivescovo di Canterbury.
La situazione della Chiesa inglese era delicata al tempo di Sant’Anselmo. La libertà religiosa e la simonia erano al centro delle dispute. Il conflitto più amaro tra Chiesa e autorità inglese riguardava la lotta per le investiture. A seguito della morte di papa Gregorio VII, il neo pontefice Urbano II continuò l’opposizione alle investiture ecclesiastiche da parte dei sovrani laici. Le tensioni tra Anselmo e il re scaturirono quando il re si rifiutò di mandare Anselmo a Roma per riceve dal Papa il pallio arcivescovile.
Nel 1097 Anselmo si recò comunque a Roma per consultare il Papa. Urbano II lo accolse e lo invitò a partecipare al concilio di Bari. In quell’occasione Anselmo mostrò grande maestria nelle sue confutazioni teologiche. Partecipò anche ai sinodi di Roma lottando contro la simonia e le investiture laiche. Morto Guglielmo II, gli successe il fratello Enrico I. Il nuovo sovrano richiamò Anselmo a Canterbury. Tuttavia la linea di Enrico era conforme con i suoi predecessori. Per questo motivo, Anselmo, difendendo ancora una volta i suoi diritti di vescovo, dovette lasciare ancora una volta Canterbury nel 1103.
Nel 1106 le dispute si placarono. Il sovrano rinunciò all’investitura dei feudi ecclesiastici. Anselmo poté finalmente ritornare nella sua sede, dove morì il 21 aprile del 1109. Tommaso Becket iniziò il processo di canonizzazione , che venne portato a termine da Alessandro III nel 1163. Nel febbraio del 1720 Clemente XI lo annoverò tra i Dottori della Chiesa.
Fabio Amicosante
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