Il santo di oggi 6 settembre, San Zaccaria profeta è il penultimo dei profeti dell’Antico Testamento. Annunciò l’avvento di un re di pace.
San Zaccaria profeta non è da confondere con San Zaccaria marito di Santa Elisabetta e padre di San Giovanni Battista. Si tratta invece del penultimo dei dodici profeti minori dell’Antico Testamento e quello, dopo Isaia, ad essere maggiormente citato nel Nuovo.
La sua missione profetica ebbe inizio intorno al 520 a. C. in quello che è definito “l’anno secondo di Dario” ovvero il famoso re di Persia. ll suo nome in ebraico significa “Jahvé ricorda” ed è l’autore del libro profetico della Bibbia che porta il suo nome.
Essendo vissuto nel periodo successivo all’esilio babilonese ebbe molto a cuore la ricostruzione del tempio di Gerusalemme. Attraverso visioni e parabole annunciò l’esortazione divina alla penitenza come condizione necessaria affinché potessero venire attuate le promesse.
Il Martitologio Romano ricorda che San Zaccaria “predisse il ritorno del popolo dall’esilio nella terra promessa, dando ad esso l’annuncio di un re di pace, che Cristo Signore attuò mirabilmente nel suo trionfale ingresso nella Città Santa di Gerusalemme“.
Era appartenente alla tribù di Levi, nato a Galaad e il suo ministero profetico iniziò nel 520 a. C., lo stesso anno di Aggeo e molto probabilmente durò fino al termine dei lavori di costruzione del tempio di Gerusalemme, che era un tema fisso e centrale nelle sue esortazioni penitenziali.
L’inizio del libro di Zaccaria comincia con queste parole “Nell’ottavo mese dell’anno secondo di Dario, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Zaccaria, figlio di Berechia, figlio di Iddo” Zc 1,1).
Come si deduce dal libro di Neemia oltre che profeta potrebbe esser stato anche sacerdote. Secondo gli studi di santi come Sant’Agostino, Sant’Epifanio, Sant’Isidoro, risulterebbe che Zaccaria abbia esercitato il suo servizio a Babilonia e che poi lo ha concluso in Palestina. Nelle sue profezie si rivolgeva ai Giudei, che erano ritornati dall’esilio.
Nelle visioni e profezie di San Zaccaria ci sono evidenti riferimenti alla venuta del Messia. I brani messianici sono diversi: tra di essi c’è l’annuncio del Germoglio. Si tratta di una prefigurazione di Gesù Cristo, di stirpe davidica secondo la carne, che “ricostruirà il tempio del Signore“.
C’è poi il celebre passo richiamato nei Vangeli che si riferisce all’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, prima di andare incontro alla Passione e morte. Le sue parole sono: “Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina” (Zc 9,9).
A questo accompagna l’annuncio delle promesse per coloro che ameranno il re di pace che arriverà. “Come gemme di un diadema brilleranno sulla sua terra” è scritto e “Il grano darà forza ai giovani e il vino nuovo alle fanciulle“.
C’è anche un riferimento alle “30 monete d’argento” con cui i “mercanti di pecore” avrebbero valutato la parola di Dio (Zc 11, 12-13). Usava specifici nomi o espressioni quando si rivolgeva o parlava di Dio. Tra i più frequenti ci sono: “Dio è geloso” (1,14-15), “è un amico fedele” (2,12), il Messia è il “Germoglio di Jahvè” (6,12).
In età avanzata dalla Caldea fece ritorno in Palestina. Si narra che San Zaccaria avrebbe compiuto molti prodigi, che erano sempre accompagnati da profezie di contenuto apocalittico. Parlava di eventi come la fine del mondo e il doppio giudizio divino.
Morì quindi in tarda età e sembra che sia stato sepolto accanto alla tomba del profeta Aggeo.
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