Udienza generale del mercoledì in due posti diversi oggi a causa del gran caldo: è lo stesso Papa Francesco ad annunciarlo in Piazza san Pietro alle 10 dopo esser passato nell’Aula Paolo VI per un saluto speciale agli ammalati lì convocati. A collegare l’Aula e la piazza un maxischermo, ma dice il Papa, soprattutto “lo Spirito Santo che è quello che fa unità”. Al centro della catechesi il bisogno di amore che c’è in ogni essere umano e la certezza dell’amore incondizionato di Dio per ciascuno. Adriana Masotti:
Nessuno di noi può vivere senza amore, ma è una brutta schiavitù quella di ritenere che l’amore vada meritato. Comincia con questa riflessione la catechesi del Papa di questa mattina. Per Francesco una parte dell’angoscia dell’uomo contemporaneo deriva forse da questo: credere che se non siamo forti e belli, allora nessuno si occuperà di noi:
“Tante persone oggi cercano una visibilità solo per colmare un vuoto interiore: come se fossimo persone eternamente bisognose di conferme. Però, ve lo immaginate un mondo dove tutti mendicano motivi per suscitare l’attenzione altrui, e nessuno invece è disposto a voler bene gratuitamente a un’altra persona? Immaginate un mondo così … un mondo senza la gratuità del voler bene … Sembra un mondo umano, ma in realtà è un inferno”.
A volte dietro a comportamenti apparentemente inspiegabili, prosegue il Papa, si cela una domanda: possibile che io non meriti di essere amato? E quando a non sentirsi amato è un adolescente, allora può nascere la violenza. Non esistono persone del tutto cattive, esistono persone infelici. Ed è proprio l’amore la cura per l’infelicità: lo scambio di sguardi. E tra noi e Dio è lui che ci guarda per primo:
“Dio ama per primo. Dio non ci ama perché in noi c’è qualche ragione che suscita amore. Dio ci ama perché Egli stesso è amore, e l’amore tende per sua natura a diffondersi, a donarsi. Dio non lega neppure la sua benevolenza alla nostra conversione: semmai questa è una conseguenza dell’amore di Dio”.
Un amore incondizionato, il suo. Dio ci ha voluto bene anche quando eravamo sbagliati. Chi di noi ama in questa maniera, se non chi è padre o madre?
“Ma io ricordo tante mamme, facendo la fila per entrare in carcere, nella mia diocesi di prima: tante mamme. E non si vergognavano. Il figlio era in carcere, ma era il loro figlio”.
Dio fa la stessa cosa con noi: siamo i suoi figli amati!
“Ma può essere che Dio abbia alcuni figli che non ami? No. Tutti siamo figlia amati di Dio. Non c’è alcuna maledizione sulla nostra vita, ma solo una benevola parola di Dio, che ha tratto la nostra esistenza dal nulla. La verità di tutto è quella relazione di amore che lega il Padre con il Figlio mediante lo Spirito Santo, relazione in cui noi siamo accolti per grazia. In Lui, in Cristo Gesù, noi siamo stati voluti, amati, desiderati. C’è Qualcuno che ha impresso in noi una bellezza primordiale, che nessun peccato, nessuna scelta sbagliata potrà mai cancellare del tutto”.
Concludendo la catechesi il Papa ritorna a chiedere ai fedeli: qual è la medicina per cambiare il cuore di una persona che non è felice? L’amore e come si fa sentire alla persona che uno l’ama? Prima di tutto bisogna abbracciarla:
“Farle sentire che è desiderata, che è importante, e smetterà di essere triste. Amore chiama amore, in modo più forte di quanto l’odio chiami la morte. Gesù non è morto e risorto per sé stesso, ma per noi, perché i nostri peccati siano perdonati. È dunque tempo di risurrezione per tutti: tempo di risollevare i poveri dallo scoraggiamento, soprattutto coloro che giacciono nel sepolcro da un tempo ben più lungo di tre giorni”.
Fonte: radiovaticana