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Santo Padre: convertirsi non è cambiare abito ma abitudini

Papa Francesco ha dedicato la catechesi dell’Angelus domenicale all’odierna pagina evangelica che racconta l’inizio della predicazione di Gesù in Galilea. Il servizio di Sergio Centofanti:

La luce di Cristo si diffonde dalla periferia
La predicazione di Gesù – sottolinea Papa Francesco – inizia a Cafarnao, in Galilea, una terra abitata “in massima parte da pagani”, “geograficamente periferica” rispetto a Gerusalemme “e religiosamente impura” per “la mescolanza con quanti non appartenevano a Israele”. Dalla Galilea “non si attendevano certo grandi cose per la storia della salvezza. Invece proprio da lì”, dalla periferia, si diffonde “la luce di Cristo”:

“Il messaggio di Gesù ricalca quello del Battista, annunciando il «regno dei cieli». Questo regno non comporta l’instaurazione di un nuovo potere politico, ma il compimento dell’alleanza tra Dio e il suo popolo che inaugurerà una stagione di pace e di giustizia. Per stringere questo patto di alleanza con Dio, ognuno è chiamato a convertirsi, trasformando il proprio modo di pensare e di vivere. E’ importante questo: convertirsi non è soltanto cambiare il modo di vivere, ma anche il modo di pensare. E’ una trasformazione del pensiero. Non si tratta di cambiare gli abiti, ma le abitudini!”.

Gesù non aspetta la gente ma si muove per incontrarla
Ciò che differenzia Gesù da Giovanni il Battista – osserva il Papa – è lo stile e il metodo:

“Gesù sceglie di essere un profeta itinerante. Non sta ad aspettare la gente, ma si muove incontro ad essa. Gesù è sempre per la strada! Le sue prime uscite missionarie avvengono lungo il lago di Galilea, a contatto con la folla, in particolare con i pescatori. Lì Gesù non solo proclama la venuta del regno di Dio, ma cerca i compagni da associare alla sua missione di salvezza”.

Dio si rivela nella quotidianità della nostra vita
Qui incontra due coppie di fratelli: Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. Sono pescatori, stanno lavorando. Gesù li invita a seguirlo:

“La chiamata li raggiunge nel pieno della loro attività di ogni giorno: il Signore si rivela a noi non in modo straordinario o eclatante, ma nella quotidianità della nostra vita. Li dobbiamo trovare il Signore; e lì Lui si rivela, fa sentire il suo amore al nostro cuore; e lì – con questo dialogo con Lui nella quotidianità della vita – si cambia il nostro cuore. La risposta dei quattro pescatori è immediata e pronta: «Subito lasciarono le reti e lo seguirono»”.

Portare il Vangelo in tutte le periferie
Noi, cristiani di oggi – prosegue il Papa – abbiamo la gioia di proclamare e testimoniare la nostra fede perché c’è stato quel primo annuncio, “perché ci sono stati quegli uomini umili e coraggiosi che hanno risposto generosamente alla chiamata di Gesù. Sulle rive del lago, in una terra impensabile, è nata la prima comunità dei discepoli di Cristo”:

“La consapevolezza di questi inizi susciti in noi il desiderio di portare la parola, l’amore e la tenerezza di Gesù in ogni contesto, anche il più impervio e resistente. portare la Parola a tutte le periferie! Tutti gli spazi del vivere umano sono terreno in cui gettare la semente del Vangelo, affinché porti frutti di salvezza”.

Auguri alle popolazioni dell’Estremo Oriente per il capodanno lunare
Dopo la preghiera mariana, il Papa ha ricordato che nell’Estremo Oriente e in varie parti del mondo, milioni di uomini e donne si preparano a celebrare il capodanno lunare il 28 gennaio:

“Il mio cordiale saluto giunga a tutte le loro famiglie, con l’augurio che esse diventino sempre di più una scuola in cui si impara a rispettare l’altro, a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato. Possa la gioia dell’amore propagarsi all’interno delle famiglie e da esse irradiarsi in tutta la società”.

fonte: radiovaticana

Emanuele

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