Il Santo Sepolcro è stato nuovamente aperto ai fedeli dopo due mesi di chiusura a causa della pandemia di Coronavirus che ha colpito il mondo.
Padre Patton, custode dell’importante luogo di culto, ha raccontato a Vatican News l’emozione dei fedeli nel giorno della riapertura.
Riapertura del Santo Sepolcro
Sono passati quasi due mesi da quando il diffondersi del Coronavirus a Gerusalemme ha obbligato il governo a stabilire la chiusura dei luoghi di culto. Era dal XIV secolo che il Santo Sepolcro, luogo di sepoltura di Nostro Signore Gesù, non rimaneva chiuso così a lungo. Grazie al miglioramento della situazione, nei giorni scorsi il Santo Sepolcro ha riaperto le proprie porte ai fedeli.
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Certo, per il momento si tratta di un’apertura parziale, visto che i pellegrini non possono ancora giungere nella Terra Santa per via dei divieti dovuti alla pandemia, ma i fedeli locali non hanno fatto mancare il loro contributo. All’interno della Basilica possono entrare solamente 50 fedeli per volta, devono indossare la mascherina e mantenere la distanza di sicurezza. Misure che sono obbligatorie in tutti i Paesi che stanno affrontando la fase di ripartenza e che servono a tutelare la salute dei fedeli. Nonostante queste insolite disposizioni ed i controlli della temperatura all’ingresso, la commozione di chi è potuto tornare a far parte della comunità era palpabile.
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Padre Patton racconta la commozione dei fedeli
A raccontare a ‘Vatican News’ la commozione dei fedeli per il ritorno nella Basilica e alla Santa Messa è stato il custode del Santo Sepolcro. Padre Patton ci ha tenuto a precisare che in questi mesi di chiusura le liturgie all’interno della Basilica sono continuate regolarmente grazie ai frati che vi abitano. Liturgia che, sottolinea, è stata continuata con un “Senso ecclesiale accresciuto”.
Il custode ha rivelato che i fedeli erano molto commossi dalla possibilità di tornare nel luogo simbolo della cristianità ed evidenziato l’importanza della riapertura: “È una riapertura per un numero ancora limitato, fino a 50 persone, e deve esserci anche un controllo continuo con i responsabili delle varie comunità che verificano che chi entra abbia le mascherine e che rispetti le norme. Quindi è una riapertura ‘in progress’ però è un passo molto importante. Adesso anche il Santo Sepolcro, dopo un lungo silenzio, entra in una fase di convalescenza, non ancora di piena guarigione”.
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Luca Scapatello