Il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Bergamo si lega al miracolo della stella a tre raggi, che illuminando l’affresco diede vita a una lunga serie di grazie.
Il santuario si trova in Borgo Santa Caterina nella parte bassa della città di Bergamo e fa parte della parrocchia della chiesa di santa Caterina vergine e martire.
Lo straordinario evento dell’apparizione di una stella illuminò l’affresco della Madonna Addolorata posto sulla faccia di un’abitazione. In quello stesso luogo successivamente costruirono il Santuario.
I lavori per la realizzazione del luogo di culto finirono nel 1605. Già nell’anno successivo venne però realizzato anche il gruppo ligneo dell’Addolorata, al fine di portarlo in processione per la città in occasione della festa che si celebra ogni anno il 18 agosto, a ricordo dell’evento miracoloso dell’Apparizione.
All’esterno della chiesa si può ammirare l’ampio sagrato. L’edificio è a croce greca, e subito sopra l’altare maggiore è stato posto l’affresco del miracolo. Le sculture e bassorilievi di grande pregio sono presenti nel santuario in maniera numerose. Tra queste, per esempio, vengono custodite dodici statue di grande bellezza e valore raffiguranti dodici diversi santi, opera di Antonio Rota.
Nel primo secolo dopo l’edificazione, tra la parrocchia e il santuario si diede vita a una grave vertenza, i cui atti sono conservati nell’archivio parrocchiale. La questione nacque con la Bolla papale di papa Paolo V dell’11 luglio 1615. Questa autorizzava i rappresentanti laici dell’Università di nominare il cappellano del santuario.
Ma evidentemente il livello di autonomia del santuario non risultò apprezzato dal religioso. I reggenti facevano parte della scuola dei disciplini della Madonna del Suffragio, ed erano loro a votare il cappellano del santuario con voto segreto, la cui nomina durava tre anni.
Il parroco di santa Caterina don Tommaso Vecchiarelli sottopose il problema al vescovo Gregorio Barbarigo, che a sua volta contestava le funzioni gestite dalla parrocchia durante la Settimana Santa. Ma il vescovo non si smosse e confermò la bolla pontificia, puntando tuttavia alla ricerca di un’intesa col parroco.
La questione si risolse così: il parroco rinunciò alle funzioni del santuario nei giorni della ricorrenza, ma a sua volta il cappellano accettò di non somministrare i sacramenti durante la settimana Santa. Il cappellano del santuario infranse le regole e pagò l’ammenda di 550 ducati. Si rese pubblica la disubbidienza.
Nel quattordicesimo secolo, si ampliò l’edificio, non essendo più abbastanza capiente per il massiccio numero di fedeli che vi si recavano in quel luogo in preghiera devota, chiedendo grazie alla Madonna. In particolare ad agosto, i fedeli arrivavano da ogni parte dell’area.
I lavori si ultimarono nel secolo successivo. Il santuario necessitò di altri lavori di mantenimento anche alla fine del ventesimo secolo. Si modificò nuovamente l’edificio. Le cappelle si sfondarono a sud, e ci fa la sostituzione con con la navata, mentre a nord si installò il nuovo presbiterio. Le due cappelle laterali diventarono le due braccia a croce latina, che finiscono con la cappella dell’Assunta e della Madonna di Loreto.
Molti artisti arricchirono di decori e stucchi e pitture in barocco il Santuario. Le numerose opere d’arte provenivano da diversi artisti tra cui Ponziano Loverini, Giuseppe Riva, Luigi Angelini, Tilio Nani, Antonio Rota e Giovanni Pezzotta, Nino Nespoli.
La festa dell’incoronazione venne fatta nel terzo centenario dell’apparizione. In quel giorno una corona d’oro fu posta sull’immagine della Madonna addolorata e di Cristo.
Giovanni Bernardi
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