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Santuario di Campocavallo: dove la Madonna trasudò lacrime

Il Santuario della Madonna Addolorata riporta al particolare miracolo che avvenne alla fine del ventesimo secolo, ma visse anche diverse sciagure.

Santuario Madonna Addolorata di Campocavallo – photo web source

Il santuario si trova nel territorio comunale di Osimo, in provincia di Ancona, e precisamente nella frazione di Campocavallo, dopo essere stato edificato tra il 1892 e il 1905 per volere di don Giovanni Sorbellini. L’origine del santuario è da riportare al prodigio avvenuto nella chiesetta preesistente a una donna nello stesso anno. Non appena la donna ne fece parola con alcuni persone tutti cominciarono ad accorrere alla chiesa e videro con i propri occhi il miracolo della lacrimazione compiersi.

L’origine miracolosa di questa splendida chiesa

Nel Santuario della Madonna Addolorata viene celebrata dal 2008 la Missa Tridentina, cioè la Santa Messa tradizionale di rito latino, alle ore 16 di ogni domenica e per la festa di precetto. Quella di Campocavallo è una frazione molto popolosa a tre chilometri da Osimo, anche se al momento in cui avvenne il fatto miracoloso si trattava di un isolato crocevia tra Jesi, Loreto, Castelfidardo e Recanati, dove era presente solamente una chiesetta.

In quella stessa chiesetta don Sorbellini vi aveva posto un’immagine oleografica della Madonna Addolorata, che era stata ottenuta dietro compenso da un mercante ambulante. La Madonna sudò lacrime il 16 giugno 1892, giorno del Corpus Domini, e il giorno seguente sotto gli occhi di molto testimoni la Vergine raffigurata nel quadro mosse gli occhi. Un prodigio che continuò per ben dieci anni consecutivi e che fece ben presto riversare a Campocavallo pellegrini e fedeli provenienti da tutta Italia e persino dal resto d’Europa.

Le diverse vicende negative che interessarono il venerato quadro

La costruzione del santuario fu affidata da Don Sorbellini all’architetto osimano Costantino Costantini e la prima pietra venne posata il 10 dicembre del 1892. Ma i lavori veri e propri per la costruzione dell’edificio vennero svolti con incredibile rapidità e si conclusero già nel 1905. La consacrazione del Santuario avvenne il 21 settembre 1905 e tre giorni dopo venne dedicato alla Madonna. La costruzione del campanile venne poi conclusa nel 1913 e fu popolato di campane.

Il 25 settembre 1932 avvenne l’incoronazione dell’immagine con una solenne celebrazione. Furono diverse le vicissitudini, in seguito, del venerato quadro. La mattina del 30 marzo del 1938, quando il custode aprì il Santuario, si accorse che il quadro era stato rubato, e lo stesso venne ritrovato in tarda mattinata, poco distante, lacerato in vari punti a causa dello strappo dei preziosi che lo ornavano. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1976 una nuova banda di ladri rubò il quadro, e anche stavolta fu ritrovato di nuovo lacerato.

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Le caratteristiche estetiche del santuario e le numerose opere d’arte

Il santuario è custodito dai Frati Francescani dell’Immacolata dal 2001, e dal 2005 al 2007 sono stati eseguiti imponenti lavori di ristrutturazione. Oggi il santuario domina il centro della trafficata frazione, affiancato dal pregevole campanile, e lo stile della costruzione rispecchia l’Eclettismo che dominava nel periodo in Europa. La caratteristica dominante è l’arco a sesto rialzato, e all’interno il santuario si presenta con tre navate, divise da dieci pilastri e sei colonne, e con pianta è a croce latina.

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La semplicità delle linee in stile neo-rinascimentale lombardo e l’ampio respiro delle arcate donano grande piacevolezza estetica al santuario, al cui interno sono infine presenti diverse cappelle, come quella di San Vincenzo Ferreri, di Sant’Antonio di Padova o la cappella del Crocifisso. Insieme a molte statue di rara bellezza, come quelle dell’Addolorata, di Sant’Antonio Abate, di Sant’Antonio di Padova, di San Giuseppe sposo di Maria, un bellissimo Sacro Cuore di Gesù, la statua di San Vincenzo Ferreri e di Sant’Isidoro agricoltore. Infine, sulla cima della cupola svetta statua della Madonna.

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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