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Santuario della Celletta: qui la Vergine fece una speciale richiesta

Il Santuario della Celletta trae la sua origine da un avvenimento miracoloso avvenuto all’inizio del diciassettesimo secolo, e che segnò questa devozione. 

Il Santuario della Celletta di Argenta – photo web source

Il santuario si trova al limitare dell’abitato di Argenta, lungo la strada statale 16 Adriatica in direzione Ravenna. Venne costruito nel 1490 dopo il voto di una abitante della zona, in una zona situata a poca distanza dal Po di Primaro, in un piccolo tempietto chiamato dagli abitanti Celletta.

L’origine del santuario della Celletta

Il santuario deve il suo nome alla prima “cella” che racchiudeva l’affresco dell’immagine della Vergine col Bambino. La costruzione odierna fu innalzata a partire dal 1606, proprio per fronteggiare la devozione che stava crescendo in seguito all’apparizione della Vergine, e di conseguenza per dare accoglienza ai tanti fedeli che si recavano in questo luogo per pregare.

All’epoca infatti in questo luogo vi era solamente una piccola cappella. Il 5 giugno 1606 la Madonna apparve alla contadina Sigismonda Conti, sposa di Lorenzo Valdagni, e i fedeli che cominciarono a recarsi in questo luogo lo fecero anche per la curiosità e l’attrazione crescente verso le parole della Vergine.

Le parole che la Vergine pronunciò alla veggente

“Tu dirai e farai dire ovunque che chi digiunerà tre sabati e domanderà grazie, le otterrà se ne sarà degno”. Nel 1619 già si contavano ben centocinquantamila ex-voto in oro e argento. A progettare la chiesa fu incaricato inizialmente l’argentano Marco Nicolò Balestri. Dopo la sua morte l’opera venne portata a termine da Giovan Battista Aleotti, e l’edificio sopravvisse anche al terremoto di Argenta del 1624.

La costruzione presenta una pianta ellittica con elementi classicheggianti, e un altro momento in cui fu gravemente danneggiata è quello del 1945, che anticipa la restaurazione del 1954.

L’interno del santuario e l’affresco miracoloso che vi fu trasferito

All’interno del santuario vi sono otto semicolonne con capitelli in stile corinzio, che delimitano le cappelle dell’altare. In alto, invece, è posizionato un cornicione che gira tutto intorno e su cui si aprono alte lunette. Al centro dell’abside, l’altare maggiore in marmo, opera dell’Aleotti nel 1627, in cui venne racchiusa la Madonna della Celletta con il Bambino del Garofalo, che oggi si trova nel Museo civico.

L’affresco si trovava infatti nella primitiva chiesetta e venne inizialmente trasferito in questo santuario insieme al muro stesso in seguito al miracolo, mentre invece le immagini dei santi Nicolò e Giacomo, patroni delle due parrocchie di Argenta, sono stati probabilmente aggiunti in un momento successivo.

L’opera collocata all’interno della chiesa

Nel secondo altare a destra, invece, è possibile vedere una copia della “Fuga in Egitto” di un pittore ferrarese dell’ottocento, molto probabilmente un certo Fei. Il bozzetto e il dipinto originale sono attribuiti alla scuola di Guido Reni e si trovano all’interno del Museo Civico di Argenta, nella sezione Pinacoteca.

LEGGI ANCHE: Santuario Madonna del Prà di Feglino: la cappella sul luogo dell’apparizione

Dentro questa chiesa barocca vi fu collocata per un certo tempo anche un’altra importante opera del pittore Garofalo, vale a dire la “Madonna col Bambino tra i Santi Lazzaro e Giobbe”, che in origine era posizionata nella chiesa ospedaliera di San Lazzaro. Nel 1651 venne trasferita nell’altare a destra dell’altare maggiore, dove restò fino al 1867, quando venne trasferita nella residenza municipale, prima di giungere, anche questa, nella pinacoteca civica cittadina.

Giovanni Bernardi

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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