Nel Santuario della Madonna dell’Arco viene venerata l’immagine miracolosa della Beata Vergine Maria, che ha una storia del tutto eccezionale.
L’immagine di Maria, infatti sanguinò miracolosamente il 6 aprile 1450, dopodiché fu al centro di numerosi fatti singolari e di molte grazie concesse ai suoi devoti. Il Santuario si trova in provincia di Napoli e diocesi di Nola, ed è retto dai padri Domenicani. Questo costituisce uno dei maggiori luoghi della devozione mariana in Campania.
La costruzione del Santuario della Madonna dell’Arco
L’edificio venne costruito a partire dal 1593 ed è ancora oggi meta di pellegrinaggi da tutta la Campania. In modo particolare il Lunedì di Pasqua, nel momento in cui le associazioni dei “fujenti” o “battenti” si recano in massa nella chiesa per le celebrazioni dell’anniversario del primo prodigio.
Fin dal primo momento in cui accadde il prodigio delle lacrime di sangue, dopo che un giovane le tirò contro la palla inveendo e bestemmiando, una grande folla di pellegrini, devoti e curiosi accorse da tutto il Regno di Napoli per incontrare la miracolosa immagine.
Il meraviglioso tempio che accoglie numerosi fedeli
Alla luce della devozione crescente, l’edificazione della chiesa fu così necessaria. La prima pietra fu posta il 1 maggio 1593 e il primo rettore fu San Giovanni Leonardi, nominato da Papa Clemente VIII. Dopo di lui arrivarono i padri Domenicani, che lo reggono ancora oggi.
Il meraviglioso tempio venne eretto intorno alla cappellina della Madonna, restaurata e abbellita con marmi nel 1621. Alla fine dei lavori l’immagine miracolosa venne coperta con una lastra di marmo nella parte inferiore. Di recente però l’immagine è tornata alla venerazione dei fedeli.
I numerosi prodigi scaturiti dalla Sacra immagine
Intorno alla Sacra effigie si verificarono negli anni numerosi prodigi. Si riporta, ad esempio, che per diversi giorni nel 1638 l’immagine riprese a sanguinare. Oppure, per esempio, il 25 marzo 1675, durante il tramonto, un frate del convento la vide risplendere circondata di stelle. Anche il cardinal Vincenzo Orsini, futuro Papa Benedetto XIII, confermò quest’ultimo fenomeno.
Sulle pareti del Santuario e nel Museo del Centro Studi per la devozione e la pietà popolare sono raccolti migliaia di ex voto d’argento e di tavolette votive dipinte. Oggetti che incarnano una testimonianza di devozione fervente. E che allo stesso tempo rappresentano interessanti reperti storici che parlano dell’evoluzione del costume napoletano nei secoli.
Il culto della Madonna dell’Arco che prosegue da secoli
Da secoli infatti prosegue il culto della Madonna dell’Arco, in particolare grazie alle numerose associazioni distribuite in tutto il territorio campano, molte a Napoli. Che sono appunto quelle dei “battenti” o “fujenti”, vale a dire “coloro che fuggono”, “che corrono”.
Gli aderenti di queste associazioni, ben organizzate in compagnie dette “paranze” con sedi, presidenti, tesorieri, portabandiera e soci, durante i pellegrinaggi vestono di bianco, indossando una fascia rossa e blu a tracolla. Nel giorno delle celebrazioni partono dalle loro sedi portando con sé simulacri a spalla talmente grandi da richiedere l’impiego di trenta o quaranta uomini.
Le fantastiche processioni dei “battenti” o “fujenti”
Questi, rigorosamente a piedi nudi, percorrono molti chilometri per arrivare al Santuario, facendo l’ultimo tratto di strada di corsa. I partecipanti, durante il tragitto, raccolgono delle offerte per il Santuario. Gruppi con bandiere, banda musicale e vestiti devozionali effettuano il percorso. Differenziati a seconda dei rioni, dei quartieri e delle strade di città e paesi.
Il Santuario con il convento dei Domenicani resta il centro del culto. Ma va sottolineato un altro aspetto. In tutte le strade e gli angoletti delle città di Napoli e dei paesi campani sono posizionate cappelline, edicole, chiese dedicate alla Madonna dell’Arco. Sono i fedeli ad occuparsi di custodire, accudire e abbellire queste edicole. Facendo proseguire, in questo modo, la devozione durante l’intero anno e vicino alle proprie abitazioni.
La memoria liturgica della Madonna dell’Arco è fissata al 18 aprile. Ma il giorno del grande pellegrinaggio popolare è il Lunedì successivo alla Pasqua. I Grandi Lunedì invece, che preparano l’evento, iniziano dopo la solennità dell’Epifania e terminano il Lunedì Santo.
Giovanni Bernardi