Il Santuario della Madonna della Montagna è legato all’apparizione di Maria nel 1144 a un pastore in cerca del suo giumenco. Lo trovò ai piedi di un’antica Croce.
Il Santuario della Madonna della Montagna si trova a Polsi, frazione del comune di San Luca, in provincia di Reggio Calabria. Tra i monti della vallata nel cuore dell’Aspromonte, a 862 metri di altezza e attraversato dal fiume del Bonamico.
Numerosi pellegrini si recano in questo santuario, da tutta la provincia di Reggio Calabria, dalla Calabria e dalla provincia di Messina, ogni anno nel periodo che va da primavera ad ottobre. Intorno al santuario ci sono ancora diversi pastori sanluchesi che pascolano il gregge.
Il 2 settembre è il giorno della festa solenne della Madonna di Polsi, dopo che il 22 agosto è partita la carovana a piedi, dal paese di San Luca, e prima della festa della Santa Croce di Polsi, il 14 settembre. L’incoronazione della Santissima Madonna di Polsi avviene ogni 25 anni, e l’ultima risale al 2 settembre 2006.
All’interno del santuario si conserva la statua della Madonna della Montagna di Polsi. Si tratta di una bellissima e luminosa scultura in tufo. Oltre ad essa, nel santuario si trovano anche la Santa Croce e alcuni cimeli, come ad esempio la bara del principino di Roccella.
Il priore Enrico Macrì governò il santuario per ben 33 anni, intorno alla fine del 1800, anni in cui la chiesa venne notevolmente arricchita e impreziosita, oltre che restaurata.
Il Santuario, dopo l’evento miracoloso, fu costruito dal Re Roberto il Normanno. Il Re ordinò infatti di procedere secondo i desideri della Madonna e fece costruire l’enorme santuario. In quell’occasione, i numerosi pellegrini portarono ognuno un sasso per Maria, deposto in un mucchio come simbolo della fede nella Vergine.
Pietre che ancora oggi continuano ad essere portato al Santuario con un significato simbolico, quasi a farsi perdonare da Maria le proprie mancanze.
Durante la celebrazione, nota in tutta la Calabria, che ricorre dal 31 agosto al 2 settembre, i devoti indossano segni distintivi, abiti votivi, cappellini. Ognuno porta al petto una medagliette mariana, e le spille con cui vengono appuntate riflettono i diversi percorsi religiosi di ciascuno.
I fedeli pregano in casa propria, davanti all’immagine della Vergine della Montagna, prima di partecipare alla festa. Un tempo i pellegrini si recavano alla festa della Madonna di Polsi a piedi o su di un mulo.
Ci si impiegava anche una giornata intera o più giorni per il viaggio. Sono le cosiddette “carovane”, circa una cinquantina, che seguono capo carovana che apre corteo con lo stendardo su cui è impressa l’effigie della Madonna.
In passato, durante il pellegrinaggio, era usanza raccogliere pietre che venivano portate in spalla o sul capo in segno di devozione. Il senso simbolico si aggiungeva poi a quello pratico originario, ovvero all’edificazione del Convento e delle abitazioni per accogliere i pellegrini alla fine del lungo e duro cammino.
Una volta arrivati a Polsi si esegue il saluto a Maria, e alcuni pellegrini intonano canti devozionali lungo il tragitto della navata, percorsa in ginocchio di fronte alla folla accorsa all’interno della Chiesa.
Giovanni Bernardi
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