Il Santuario di Barbana è uno dei più antichi al mondo, sorto a seguito dell ritrovamento della statua della Madonna dopo la tempesta in cui si originò l’isola.
Qui i frati francescani conventuali arrivarono nel 1450, in sostituzione dei benedettini, e dal 1619 in modo definitivo. Nel 1738 i francescani eressero una nuova chiesa a tre navate, fino a che nel 1769 la Repubblica di Venezia soppresse il convento.
Il legame con il Santuario della città di Venezia
La città di Venezia tuttavia ebbe da sempre legami molto stretti con il santuario. Non è un caso se il bassorilievo dell’altare maggiore della chiesa di Barbana rappresenta una gondola in laguna.
Per 130 anni sacerdoti diocesani si occuparono del santuario. Prima di Udine e poi di Gorizia. Tra questi, don Leonardo Stagni realizzò la costruzione degli argini, la realizzazione dell’attuale cappella del bosco nel luogo in cui venne ritrovata l’immagine di Maria. Oltre che, infine, l’incoronazione della Madonna di Barbana ad opera di Pio IX.
La gestione del convento da parte dei frati francescani
I frati francescani minori della provincia dalmata edificarono un nuovo convento, curarono alcune bonifiche e misero mano alla costruzione dell’attuale chiesa. Nel 1924 però il santuario passò ai confratelli della provincia veneta di San Francesco. Furono loro a realizzare la casa di esercizi spirituali “Domus Mariae”. Oltre che le più recenti casa del pellegrino e cappella della riconciliazione.
Infine nel 2019 i frati minori lasciarono il santuario, ora custodito dai monaci benedettini della Congregazione Benedettina del Brasile. Questi fondarono il 6 gennaio 2020 il Monastero di Santa Maria di Barbana.
Il campanile della chiesa che svetta sull’isola di Barbana
Il campanile della chiesa domina sull’isola. Il santuario presenta uno stile neoromanico, e l’ultima costruzione, su progetto dell’architetto goriziano Silvano Barich, risale a inizio novecento, sul luogo in cui si avvicendarono le diverse chiese nei secoli.
L’interno è a tre navate, con soffitto a carena di nave. Di grande interesse è l’altare maggiore del 1706 e la statua lignea della Madonna, opera di scuola friulana della fine del Quattrocento. In questa, Maria è rappresentata con in braccio Gesù bambino. Maria regge con la mano destra una rosa, che simboleggia la fede. Gesù, invece, tiene in mano un libro, vale a dire un diretto riferimento al Vangelo.
I 500 metri quadrati di affresco della cupola
I due altari laterali, di scuola veneziana e in stile rinascimentale-barocco, sono dedicati a San Benedetto e Sant’Antonio da Padova. Mentre i bellissimi affreschi della cupola, lungo oltre 500 metri quadrati, sono opera recente di Tiburzio Donadon. Lo spazio si divide in quattro grandi quadri. In questi, sono rappresentati l’incoronazione di Maria, la processione del perdòn di Barbana, l’apparizione della Vergine sull’olmo, e una visione del patriarca Elia.
A separarli, quattro figure bianche che simboleggiano le virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Nelle vetrate della chisa ci sono alcuni misteri del rosario, mentre invece il campanile, inaugurato nel 1929, presenta quattro campane che sono state ricavate dal metallo di cannoni tedeschi della seconda guerra mondiale. Si tratta di una simbologia che rappresenta un invito alla pace.
La processione annuale del “Perdòn di Barbana”,
A poca distanza dalla chiesa, quindi, sorge infine, sul luogo in cui venne ritrovata l’immagine della Madonna, la cappella dell’apparizione. Questa venne costruita nel 1854 per celebrare il dogma dell’Immacolata Concezione.
Oggi anno si celebra infine il pellegrinaggio noto come “El Perdòn di Barbana”, in richiamo all’accostamento del popolo al sacramento della Confessione. In questo giorno si organizza una processione. da Grado a Barbana, di barche imbandierate. La processione viene guidata dalla “Battella”, l’imbarcazione che trasporta la statua della Madonna degli Angeli che ad oggi è custodita nella basilica di Grado.
In quella data viene anche aperto il ponte girevole che collega Grado alla terraferma. In questo momento particolare, molto sentito dalla popolazione, l’autorità civile consegna un dono simbolico alla Madonna.
Giovanni Bernardi