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Santuari e Pellegrinaggi

Santuario di Nostra Signora del Pilastrello: una fonte di acqua miracolosa

Il Santuario di Nostra Signora del Pilastrello rappresenta il grande tesoro della cittadina di Lendinara, in provincia di Rovigo.

Il Santuario di Nostra Signora del Pilastrello nella cittadina di Lendinara, in provincia di Rovigo – foto web source

La storia del Santuario è legata al ritrovamento della statuetta di Maria in seguito alla distruzione, durante un temporale, della casa di Giovanni Borezzo nel 1509. La statuetta di legno alta 33 centimetri emanava infatti un bagliore inconfondibile. Quel ritrovamento colpì i cittadini del luogo, spingendoli a costruire un piccolo pilastro su cui mettere in risalto la statua.

Il Santuario di Nostra Signora del Pilastrello

Da lì si diede vita alla cappella, che durante la costruzione fece risaltare la sorgente di acqua miracolosa tutt’oggi accessibile tramite il Santuario. La sorgente infatti si tingeva di rosso quando veniva usata dai muratori. In seguito vennero riscontrate nella stessa delle particolari proprietà taumaturgiche. Dando origine al “bagno della Madonna”, a cui si legò il santuario costruito il 26 agosto 1577. Questo venne poi affidato ai monaci benedettini del Monte Oliveto, che vi entrarono il 7 settembre 1578.

L’inaugurazione e la consacrazione, con la posa della venerata effige, con solenne processione, fu presieduta dal Vescovo Giulio Canani  il 23 settembre 1584. La città venne poi consacrata alla Madonna il 10 febbraio 1595, per delibera del Comune, e il 25 settembre 1695 venne incoronata dal vescovo di Adria Carlo Labia. Nel 1911 ci fu l’innalzamento a Basilica, e nel nel 1920 ad Abbazia. Il 15 settembre 1968 venne infine inaugurato il nuovo monastero.

Il Bagno della Beata Vergine presente all’interno del Santuario di Nostra Signora del Pilastrello a Lendinara, in provincia di Rovigo, dove si trova l’acqua miracolosa – foto web source

La consacrazione del santuario e la storia architettonica

Nel momento della consacrazione, la facciata della chiesa presentava una sola porta nel mezzo, e vicino al tempio era situato il luogo dove si trova la fonte miracolosa, detto il Bagno della Beata Vergine. L’abbazia presentava inoltre, a partire dal 1795, forma di croce latina. L’ambiente era in quell’epoca particolarmente ristretto. Così nel 1800 si pensò di trasformare le quattro cappelle in due navate, posando altari di marmo.

Le navate presentano le decorazioni di Flaminio Minozzi, mentre la venerata statua è posta su un altare di marmo, opera di Giovanni Marchiori. Il pulpito è in marmo di carrara. Gli affreschi del santuario sono stati realizzati dal pittore Giuseppe Chiacigh. Negli ampi pannelli vi sono le raffigurazioni dei miracoli operati dalla Madonna del Pilastrello. Nella cupola, vi è affrescata l’Incoronazione di Maria, e a fianco, nel catino, la Natività.

La vasca con la fonte dell’acqua miracolosa

Nel Santuario si trovano poi numerosi ex voto, segno della fervente devozione degli abitanti di queste terre. Le due grandi tele di Angelo Trevisani, rappresentanti la Peste del 1630 e la Piena dell’Adige del 1730, si trovano nell’adiacente Salone del Pellegrino. I dipinti presentano le prestigiose firme di Tommaso Sciacca, di Micocchi, di Giuseppe Ribera detto lo Spagnoletto, e infine di Gian Francesco Barbieri da Cento, detto il Guercino.

La Madonna del Pilastrello, al centro del bellissimo santuario di Lendinara. La sua storia è legata prima a un temporale che abbattè la casa di un uomo. La statua si salvò, ed emanava una luce così abbagliante che tutti gli abitanti della zona si recavano a osservarla e pregarla – foto web source

Nella cappella del Bagno, a cui si accede dalla navata sinistra, vi sono raffigurati i malati immersi nell’acqua miracolosa. La cui fonte, posta in una vasca monolitica in marmo degli inizi del novecento e aperta tutti i giorni dell’anno, rappresenta un luogo di pellegrinaggi costanti, e quindi anche di grande devozione. Periodicamente, tanto nella Basilica quanto nel monastero, si eseguono anche concerti o conferenze di vario tipo.

Giovanni Bernardi

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