Il Santuario della Santissima Pietà di Cannobio fu teatro di un incredibile miracolo nel 1522. Dopo quell’evento, la stanza in cui si verificò divenne una cappella.
Il santuario si trova sul Lago Maggiore, a tre chilometri dal confine con la Svizzera. In quel luogo, dopo quella miracolosa evenienza, laddove all’epoca la cortina di case e palazzi formavano la facciata dell’antico Borgo di Cannobio, oggi sorge lo splendido Santuario.
Tra quelle case c’era infatti anche quella in cui abitava la famiglia di Tommaso Zaccheo, collegata a un’osteria. In quella casa, al piano superiore, avvennero i fatti miracolosi a cui per prima assistette la figlia tredicenne.
Il piccolo dipinto, su pergamena raffigurante la Pietà di Cristo, con il Signore posizionato tra Maria e Giovanni evangelista, cominciò a lacrimare sangue. Oggi la stessa pergamena, in quell’occasione appesa alla parete di una camera, si trova custodita entro una nicchia ricavata al centro dell’altare maggiore, sotto la tavola di Gaudenzio Ferrari.
La pergamena continuò a lacrimare per giorni, e molti assistettero al miracolo. Le ferite del costato di Gesù grondarono sangue sul lenzuolo steso al di sotto del quadretto. Anche la piccola costola sanguinante uscì dal costato di Gesù presente nel dipinto, per essere in seguito portata in processione nella Chiesa parrocchiale.
Nella stessa chiesa la reliquia è ancora custodita tutt’oggi, in un prezioso reliquiario donato nel 1605 dal cardinale Federico Borromeo. Mentre invece i panni macchiati dal sangue miracoloso sono rinchiusi all’interno dell’urna, posta sotto l’altare maggiore del Santuario. La Sacra Costa viene invece conservata in un reliquiario nella chiesa di San Vittore.
Giù due anni dopo il miracolo infatti la “Confraternita della Devozione” si costituì per ristrutturare le stanze superiori della casa di Tommaso Zaccheo al fine di ricavarci la piccola cappella originaria, dove San Carlo Borromeo celebrò la sua penultima messa. In quell’occasione il futuro santo chiese di costruire un grande santuario al fine di onorare il miracolo che era avvenuto in quel luogo.
Il progetto fu portato avanti dal Tibaldi che utilizzò maestranze locali. La costruzione della struttura avvenne dal 1575 al 1614, con il solo sostegno finanziario dei fedeli del borgo. Lungo tutto il diciassettesimo secolo fu poi arricchita di stucchi, affreschi e tele.
Ben più recente è invece la facciata del Santuario, in puro granito rosa di Baveno, opera di Febo Bottini, completata nel 1908. Attorno alla stessa, le statue del fastigio, rappresentanti due Angeli con i simboli della passione, lancia e spugna, ed il medaglione bronzeo con due putti che reggono una ghirlanda, opera del cannobiese Luigi Branca.
L’edificio è a navata unica, presenta un’abside rettangolare e un elegante tiburio ospita una ricca decorazione, e l’opera di maggiore pregio del santuario è la pala dell’altare maggiore. Si tratta di un olio su tavola raffigurante la Salita al Calvario, realizzata da Gaudenzio Ferrari attorno al 1540.
Il 7 gennaio di ogni anno, infine, in questo santuario si celebra, durante la sera, la ricorrenza del miracolo della lacrimazione del quadro. La reliquia della Sacra Costa, in quella occasione, viene trasportata dalla chiesa parrocchiale di San Vittore al Santuario della Santissima Pietà attraverso una solenne processione illuminata da centinaia di lumini, che vengono devotamente esposti alle finestre delle abitazioni degli abitanti del borgo.
Giovanni Bernardi
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