Il Santuario della Madonna della Comparsa di Pinè fu eretto dopo il prodigio che toccò una giovane desiderosa di incontrare la Vergine, contro molte resistenze.
La chiesa, nota con il nome di santuario della Comparsa o santuario della Madonna di Piné o anche solamente come chiesa di Sant’Anna, si trova a Montagnaga, frazione del comune di Baselga di Piné in provincia di Trento. Rappresenta un importante centro di devozione mariana, legata ai fatti miracolosi che toccarono una giovane del luogo nella prima metà del diciassettesimo secolo.
Le prime documentazioni sulla chiesa originaria
Già nel 1648 si hanno le prime documentazioni riguardanti la chiesa dedicata a sant’Anna, di piccole dimensioni, a Montagnaga. Venne eretta ad espositura della pieve di Piné il 5 novembre del 1700, e solamente alcuni anni dopo, tra il 1729 e il 1730, avvennero gli eventi miracolosi riguardanti le cinque apparizioni della Vergine Maria alla giovane Domenica Targa, alcune delle quali all’interno della chiesa, davanti a un’immagine devozionale della Madonna di Caravaggio.
L’immagine, realizzata da Elena Marchetti Zambaiti, era stata collocata nella chiesa proprio nel 1729, e dopo le apparizioni dette della “Madonna di Piné” la chiesa divenne un importante luogo di culto. La chiesetta inizialmente costruita, infatti, non era sufficiente ad accogliere il grande afflusso di pellegrini che cresceva ogni giorno. Per questo venne costruito un nuovo edificio sul sito del precedente, su progetto dell’architetto Antonio Brusinelli e sotto il patronato del conte Gerolamo Buccelleni, a partire dal 1730.
La ricostruzione del campanile e la consacrazione della chiesa
Nel 1743 venne terminato il campanile e la chiesa venne consacrata il 16 maggio 1751 da monsignor Leopoldo Ernesto Firmian. Negli anni arrivarono tuttavia altri ampliamenti, come ad esempio tra il 1877 e il 1880 con la ricostruzione completa dell’abside, della sacrestia e del pronao, l’allungamento dei bracci e la costruzione di quattro ambienti quadrati laterali. In questo frangente vennero anche realizzate le decorazioni pittoriche dei soffitti e delle volte e montato un orologio sul campanile.
La chiesa venne riconsacrata dal vescovo di Trento Giovanni Giacomo della Bona il il 16 ottobre 1881, dopo il termine dei lavori, prima che nel 1885 venne eretta a rettoria della pieve di Piné. Altri restauri avvennero nel 1894, e nel 1894 una corona d’oro e pietre preziose venne posta sulla venerata immagine di Maria dal vescovo Eugenio Carlo Valussi. Anche durante il ventesimo secolo, dopo l’elevazione a dignità di parrocchiale il 2 maggio 1919, la chiesa fu oggetto di vari interventi.
La struttura attuale del santuario mariano dopo i tanti rifacimenti
Ad oggi la chiesa è un edificio a pianta a croce greca, orientato verso nord e realizzato in muratura, con la facciata tripartita e sormontata da un frontone triangolare. Al centro della facciata, un incasso a tutto sesto dove si trova il portone, e ai lati dei portali rettangolari. Sia la navata che il transetto sono inoltre rettangolari, mentre ai quattro angoli esterni vi sono altrettanti ambienti a pianta rettangolare, che hanno funzione di sacrestia, deposito, sala ex voto e penitenzieria.
Ad ovest si erge il campanile a pianta quadrata realizzato in muratura di pietra intonacata, con fasce orizzontali, mentre il tetto è costituito da un cupolino poggiato su tamburo ottagonale. Dall’altro lato della chiesa si trova un piccolo campanile a vela, con campana singola e copertura a spioventi.
L’originale quadro della Madonna di Caravaggio e i tanti ex voto
All’interno la navata unica è suddivisa in cinque campate intersecate, mentre il presbiterio è preceduto da un arco santo a tutto sesto, prima di terminare con un abside semicircolare. Sulle pareti poggia poi il cornicione su cui si aprono finestre centinante, mentre l’altare maggiore barocco in marmo policromo è infine intitolato a sant’Anna. Lì vi si trova una tela in cui viene raffigurata la Madonna con Gesù Bambino in visita a sant’Anna, risalente al 1747.
Ad est, l’altare dedicato alla Madonna di Caravaggio che ospita la tela del 1729 realizzata da Elena Zambaiti di Trento, miracolosamente benedetta nientemeno che dalla Vergine Maria durante l’apparizione dell’8 settembre 1729.
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Nella sala sud-orientale, infine, si trova l’originale quadro della Madonna di Caravaggio portato dal santuario bergamasco da Giacomo Moser, insieme a un grande numero di ex voto, oltre settemila, di cui ce ne sono alcuni addirittura risalenti al diciottesimo secolo.
Giovanni Bernardi