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Santuario Madonna della Croce: il luogo dove all’ultimo accade l’insperato

Il Santuario Madonna della Croce di Crema venne costruito in seguito all’apparizione miracolosa che segnò gli ultimi momenti della vita di una donna. 

Santuario Madonna della Croce di Crema – photo web source

Il santuario si trova a circa un miglio di distanza dalla città di Crema, in Lombardia.  La struttura è una forma circolare, con quattro aggiunte a forma di croce, ed è proprio questa stessa struttura che ha dato origine al nome di “Santa Maria della Croce”.

La progettazione del santuario e la funzione di “fortino”

In questo stesso luogo, negli anni, sorgeva un fitto bosco chiamato “Il Novelletto”. Fu l’architetto lodigiano Giovanni Battagio, allievo del Bramante formatosi nella modernissima scuola milanese, ad adoperarsi nella progettazione del santuario. Lo stesso Battagio attorno al 1500 ruppe tuttavia i rapporti con i fabbriceri e la prosecuzione della fabbrica venne affidata a Giovanni Montanaro.

Quando nel 1514 Crema era sotto assedio delle truppe sforzesche, la difesa della città fu affidata a Renzo da Ceri, che prese una decisione singolare. Decise di spianare tutto ciò che stava attorno alla città, fatta però eccezione per il santuario, che si trovava in uno stato costruttivo avanzato. Trasformò così la chiesa in un fortino.

L’assedio durò quattro mesi e non produsse effetti positivi

L’assedio, che alla fine vide la vittoria di Renzo da Ceri, durò quattro mesi e non produsse certo effetti positivi per il santuario, che ne uscì gravemente danneggiato. Oltre alla guerra, ci furono anche le vicende belliche e una dura epidemia di peste a rallentare la prosecuzione dei lavori.

Nel 1541 vennero avviate le prime decorazioni, mentre nel 1585 il santuario fu affidato alla parrocchia di Pianengo. Nell’anno 1593 il podestà veneto Nicola Vendramin fece costruire una nuova strada di collegamento tra Porta Serio e il santuario. La strada fu a lungo nota come strada Vendramina, che poi venne ulteriormente allargata e quindi alberata nel 1810.

La gestione dell’ordine dei Carmelitani Scalzi

Nel 1694 il santuario fu affidato all’ordine dei Carmelitani Scalzi, che dopo soltanto pochi anni iniziarono la costruzione dell’imponente convento. Tuttavia, i Carmelitani non vi rimasero a lungo, tanto che nel 1810 dovettero abbandonare Crema a seguito delle soppressioni napoleoniche.

Una volta che però i frati se ne andarono, sorse il problema dell’affidamento del quartiere in cui era sorto il santuario. Il primo sacerdote della parrocchia di Santa Maria della Croce fu don Agostino Cremonesi, che prese possesso della parrocchia il 2 maggio 1830.

Papa Pio XII concesse al santuario il titolo di basilica minore

Il capo della Vergine venne incoronato il 4 settembre 1837 durante una cerimonia solenne officiata da monsignor Giuseppe Sanguettola. Alcuni interventi vennero compiuti nel 1904, quando vennero sostituite le coperture in coppi dei corpi laterali con cupolette ricoperte in rame.

Papa Pio XII concedeva al santuario il titolo e la dignità di basilica minore, con bolla pontificia datata 18 aprile 1958. Dopodiché, tra il 1985 e il 1988 è stato effettuato un generale restauro della basilica. Nel 1990 l’edificio fu dotato di nuovi portali in bronzo opera dello scultore Mario Toffetti, in occasione del cinquecentesimo anniversario dall’apparizione.

La toccante visita di papa Giovanni Paolo II al santuario

Ma uno dei momenti recenti più toccanti fu quello della visita di papa Giovanni Paolo II, il  20 giugno 1992, che si fermò a pregare nello scurolo prima di proseguire la visita alla città. L’interno del corpo principale della chiesa ha forma ottagonale. In particolare, sui lati dritti si innestano i corpi minori. Mentre invece sui lati obliqui si pongono delle cappelle semicircolari, e sotto il corpo orientale si trova lo scurolo.

Gli angoli dell’ottagono hanno delle grandi colonne che sono poste su alti piedistalli,  sorreggenti una trabeazione. Sopra è collocato il tamburo a otto lati con bifore che danno luce all’interno. La cupola si trova sopra il tamburo.

L’interno del santuario e la nicchia con il rilievo miracoloso

Il corpo orientale è posto su due livelli. Nel superiore si trova l’altare maggiore proveniente dal Duomo di Crema, in posizione elevata raggiungibile tramite due scale di tredici gradini,  ricco di rilievi e con al centro un ovale di lapislazzuli. Sopra la parete, inoltre, si trova la grande tela dell’Assunzione di Benedetto Rusconi, incorniciata da un’ancona di Giacomo de Marchi e dorata.

Anche la lunetta contenuta nella cimasa, raffigurante il Padre Eterno, in legno è stata dipinta dallo stesso autore. Nella decorazione generale del presbiterio si trovano anche  i quattro busti raffiguranti quattro Dottori della Chiesa: Sant’Ambrogio, San Gerolamo, Sant’Agostino e San Gregorio Magno.

LEGGI ANCHE: Santuario Madonna di Arezzo: dove il popolo aretino venne liberato dal male

Al livello inferiore c’è infine lo scurolo, rettangolare con volta a padiglione e con lunette raffiguranti gli apostoli. L’altare risale al 1750, ed è opera del padovano Pietro Danieletti. Sul fondo è posto un nicchione ligneo con il rilievo miracoloso, una terracotta policroma raffigurante la Madonna col Bambino.

Nel soffitto del palco, invece, si trovano le scene dell’apparizione a Caterina degli Uberti, avvenuta intorno alla fine del quindicesimo secolo e che segna la storia del santuaria. Al centro della scena, si vedono le statue di Caterina, con la mano amputata e in atteggiamento di invocazione, e della Madonna. In messo alle due donne vi è un angioletto che porge la spada del Contaglio.

Giovanni Bernardi

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