Il Santuario “Madonna di Rosa e Gesù Misericordioso” ospita all’interno la cappella in cui si trova la venerata immagine, che ricorda il luogo in cui avvenne un fatto fortemente inaspettato.
Il santuario fu distrutto durante la seconda Guerra Mondiale a seguito di due bombardamenti aerei. Venne ricostruito a partire dal 1953 ed inaugurato nell’agosto del 1960. L’edificio, progettato dall’architetto Brenno del Giudice in collaborazione con l’architetto Achille Vettorazzo di Venezia, presenta uno stile neo-romanico e una struttura planimetrica a croce latina.
L’esterno è in mattoni a vista e pietra d’Istria. Lungo le pareti corrono invece rosoni e finestroni, insieme ad archi, situati anche nel chiostro in stile romanico-bizantino. Per raggiungere l’ingresso principale è necessario superare un’ampia gradinata e due rampe laterali. Nella facciata, il timpano decorato da un mosaico narra la storia del santuario.
L’interno presenta una unica navata con diverse cappelle e confessionali ricavati lungo le pareti laterali. Sullo sfondo, un grande mosaico dorato dietro un imponente gruppo marmoreo raffigurante la crocifissione.
Due cappelle si trovano ai lati del presbiterio, entrambe con rivestimento a mosaico, come anche la cupola e la parete di sinistra del transetto. Una, a destra, dedicata a Gesù Misericordioso. Sulla sinistra, invece, la cappella dedicata alla Madonna di Rosa.
Il campanile venne invece costruito tra il 1893 e il 1902. Nelle nicchie sono posizionate le statue di San Giuseppe, di San Pietro, di San Paolo e del Redentore, opere dello scultore Paolo Passomai di Solighetto.
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Durante i bombardamenti del 31 dicembre 1944 e 22 marzo 1945 il santuario fu devastato, ma l’immagine devozionale rimase miracolosamente intatta. Nel 1953 ebbe inizio la costruzione del nuovo tempio nel luogo dove sorgeva il precedente, benedetto ed aperto al culto il 28 agosto 1960.
Nel santuario si trova una nutrita raccolta di ex voto dal seicento fino ai giorni nostri, comprendente tavolette lignee dipinte ad olio, olii su tela e su cartone, acquarelli su pergamena e su carta, tempera su carta, su cartone, cuori d’argento, fotografie, quadretti ricamati.
Fino alla metà dell’ottocento vi si trovavano anche conservate due bandiere e uno stendardo di un pascià strappati ai Turchi nella battaglia di Vienna del 1683, da parte di un gruppo di cavalieri di San Vito al Tagliamento e offerti alla Madonna in segno di ringraziamento.
Giovanni Bernardi
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