Il Santuario nacque in seguito al prodigioso evento in cui Maria scelse una creatura innocente per ristabilire la pace e portare amore.
Il santuario si trova nella città di Piove di Sacco, nella provincia di Padova. L’origine del complesso è legata al miracolo che viene descritto nel quadro che si trova all’interno della chiesa stessa. Dopo la morte dei genitori, due fratelli si divisero il patrimonio, ma di fronte allo splendido quadro cominciarono a discutere animatamente, fino a giungere a duello.
In quel momento un neonato, in braccio a sua madre, cominciò a parlare dicendo di essere la Madonna che invitava ai due di smettere quanto prima, e di portare il quadro nella chiesa dei frati francescani, dove a quel punto poteva essere per sempre venerata dai fedeli.
Il prodigioso avvenimento pare che si sia verificato fra il 1470 e il 1480, mentre la costruzione del santuario iniziò fra il 1480 e il 1490, dopo l’approvazione di papa Innocenzo VIII. Presto tutta l’area intorno alla cittadina venne a conoscenza del miracolo, e persone di ogni provenienza cominciarono a donare elemosine per la costruzione del santuario, che avvenne in maniera più che rapida, con la costruzione anche di un altare per la Vergine.
Popolazioni vicine e lontane si recarono dinnanzi la Madonna delle Grazie di Pieve di Sacco per pregarla e chiedere grazie e benedizioni. Inizialmente la gestione del santuario della Madonna delle Grazie era incaricata ai frati francescani, che alloggiavano nello stesso luogo. Poi però, durante la dominazione della Repubblica Veneta, nel 1769 l’ordine dei frati minori venne soppresso nella cittadina.
Il santuario continuò comunque a rimanere aperto al pubblico, perché rappresentava un luogo di grande importanza per la popolazione, non solo religioso ma anche civile. La chiesa venne così gestita in autonomia da sacerdote per oltre tre anni, insieme alla Scuola della Beata Vergine delle Grazie.
Oggi il santuario esternamente presenta lo stile dell’architettura romanica, sobrio nei contorni, con due stili diversi che si mescolano tra loro. Una parte, che comprende le pareti e il campanile, sono in cotto, mentre le arcatelle pensili sono di gusto medievale. Nel 1957 venne ricostruito l’abside della navata minore sui resti ancora intatti di quella precedente, mentre la facciata venne costruita nel 1861.
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Questa ricorda la ricchezza di fregi, decorazioni e disegno, le dimore delle nobili famiglie veneziane, mentre al centro spicca un grande affresco, copia quasi fedele del celebre dipinto dell’Immacolata Concezione di Gian Battista Tiepolo. Il quadro della vergine, al centro, è opera dell’artista veneziano Giovanni Bellini, che l’avrebbe eseguito intorno all’anno 1478.
La Madonna è raffigurata avvolta in un manto verde azzurro, con lembi di veste rosso rubino, e da una balconata stringe al seno il Bambino. Il giovane volto materno, pallido e senza sorriso, presenta tratti marcati e lo stesso tenue colore trova continuità nel Bambino. Alle spalle di entrambi, un ampio paesaggio con campi aperti e verdi colline, surclassato da un cielo blu cobalto.
Giovanni Bernardi
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