Il Santuario Madonna delle Grazie di Stia si originò dopo il miracolo che stupì una donna del luogo, dando vita a una devozione che continua ancora oggi.
Il santuario si trova a circa 4 km da Stia, lungo la via che porta da Stia a Londa passando per il Mulino di Bucchio e le Muricce. Dalla località Sassi Bianchi, dalla sponda opposta dell’Arno, il santuario è già ben visibile. Questo luogo è noto per l’apparizione della Madonna avvenuta il 20 maggio 1428 a Monna Giovanna, una anziana e devota popolana che abitava non distante che questo luogo, che all’epoca era una semplice fattoria appartenente all’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze.
Giovanna infatti, che aveva approfittato del bel tempo per allontanarsi dal casolare e lavorare nei campi, La Madonna delle Grazie di Stia apparve a una donna che aveva paura di essere presa per ciarlatana. Quando il prodigio si manifestò ancora, prese coraggio. quando una luce di fortissimo splendore si manifestò davanti a lei, e dentro vi era la Madonna. Lo stesso luogo continuava a risplendere quando un’altra persona, Pietro Campodonico, constatò a sua volta il prodigio.
Così, una volta informato anche il pievano di Stia la notizia si diffuse tra la popolazione, e numerose persone cominciarono ad accorrere sul luogo gridando al miracolo e portando offerte. Così iniziò la costruzione della chiesa, che oggi appare come un elegante edificio di architettura fiorentina, preceduto da un portico sulla sinistra della facciata, campanile a vela a tre luci in pietra arenaria.
All’interno, una sola navata con ampio presbiterio, mentre alle pareti laterali due altari di pietra lavorata. Nella parete sinistra, un pulpito in pietra di forma ottagonale, sostenuto da due mensole, mentre invece al centro il presbiterio è di forma quadrata, incorniciato nel prospetto da due pilastri ed un archivolto in pietra. I fogliami in rilievo che lo decarono, con una serie di trenta teste di cherubini in terracotta, lo abbelliscono e impreziosiscono particolarmente.
Nei vani sottostanti sono collocate due grandi robbiane raffiguranti l’Apparizione della Madonna alla Beata Giovanna ed al presepio, sotto cui vi è un sedile in legno intarsiato. Al centro del presbiterio, l’altare maggiore, in marmo lavorato. Questo sorge proprio sopra il masso dove apparve la Vergine.
In precedenza esisteva un porticato diverso, che veniva utilizzato come riparo per pellegrini. L’apparizione del 1428 si trova alla sinistra dell’altar maggiore, raffigurata con gli occhi rivolti verso Monna Giovanna contadina, con sullo sfondo il pastore Pietro di Campodonico, e verso un uomo anziano e ben vestito, forse il rettore Leonardo Buonafede, che commissionò le terrecotte.
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Sopra la porta della sacrestia, infine, un affresco bellissimo probabilmente di Davide del Ghirlandaio raffigurante la Vergine in trono col Bambino ritto sul ginocchio destro e due angeli bellissimi sui lati. Tra le tante meravigliose opere presenti nella chiesa, infine, la terracotta robbiana raffigurante l’Annunciazione e una tavola di scuola fiorentina della seconda metà del Cinquecento, la tavola centinata attribuita a Filippo Lippi con la Madonna, il Bambino e San Giovannino, e infine la tavola di Paolo Schiavo con una Crocifissione.
Giovanni Bernardi
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