Il Santuario della Madonna di Lucca era un santuario legato a un miracolo che sconvolse tutti. Di recente, però, si compì una terribile sciagura.
Il santuario si trovava all’interno della chiesa di San Pier Maggiore. Il 25 aprile del 1588 l’immagine sacra fu traslata in San Pier Maggiore, quando la chiesa non era ancora finita. Fu il popolo di Lucca che si offrì per terminare la chiesa. Il miracolo avvenuto il 30 marzo infatti aveva colpito profondamente tutta la popolazione, e il culto alla Madonna dei Miracoli cresceva in maniera rigogliosa giorno dopo giorno.
I muratori di Lucca si offrirono gratuitamente per costruire la volta della navata maggiore del tempio. Mentre invece le pietre furono fornite dai popoli di Verciano, di Sorbano, e di San Filippo. La loro offerta consistette in oltre novanta pietre da costruzione. I cittadini di orcari e di Montuolo offrirono oltre trenta carri di mattoni, i popoli di San Lorenzo a Vaccoli e di Santa Maria del Giudice quindici carri di calcina.
I paesani di Sant’Anna portarono oltre ottanta carri di sabbia, e altre numerose offerte di legname e ferramenta giunsero da molti altri paesi. Tutto questo fu la dimostrazione dell’amore e la partecipazione della popolazione verso un’opera che fu realmente corale e che dimostrò, nei fatti, la vicinanza della popolazione alla Madonna e la devozione crescente che rese una comunità viva e operante nel nome della fede cristiana.
Si trattava quindi di uno spettacolo moralmente molto elevato, e di grande bellezza. I carri che giungevano in città, adorni di verdure e di fiori simili a dei veri trofei, sono ancora oggi ricordati come qualcosa di molto simile a una splendida parata, con il popolo acclamante e in festa a fare da sfondo.
Tutto nacque dall’antica Porta dei Borghi di Lucca, dove vi era una stanza che serviva ai soldati destinati a fare la guardia alla porta stessa. Tra i commissari delle porte della città, che spesso passavano il tempo per giocare a dadi, nonostante il gioco fosse vietato ai soldati dalle leggi della Repubblica, ce n’era uno che bestemmiava in maniera molto accesa, che si chiamava Petro da Capannori.
Quando Pietro, nel pronunciare una forte bestemmia perché aveva perso colpì l’immagine della Madonna, il braccio gli si spezzò fra il gomito e la spalla, come accertato dal chirurgo Niccolò Pardini e poi diffuso rapidamente nel popolo, che accorse nel luogo dove si trovava l’affresco della Vergine iniziando a venerarlo.
L’11 aprile 1588 il Consiglio della Repubblica deliberò, su permesso del vescovo Alessandro Guidiccioni, di far segare il muro dov’era dipinta l’immagine e di trasportarlo prima nel Palazzo della Signoria e il giorno successivo in San Pier Maggiore. Quando la chiesa venne abbattuta, nella notte tra 28 e 29 maggio, a causa della paura di un’insurrezione popolare, l’immagine fu trasportata nella chiesa di San Paolino.
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Lì rimase fino al 1812, per essere poi trasportata nella chiesa domenicana di San Romano. Già dopo il primo spostamento in San Paolino diminuì la devozione verso l’immagine, ma quando ci fu la traslazione in San Romano questo speciale culto si affievolì completamente, nonostante tutti gli sforzi effettuati dai frati predicatori.
Nel 1996 si verificò però il tragico epilogo, al momento, di questa vicenda: l’immagine venne rubata proprio durante i lavori di restauro della chiesa. Ben presto fu tuttavia costituita la confraternita di Maria Santissima dei Miracoli, che si riuniva nella vicina chiesa di San Giusto, a causa della mancanza di spazio in San Pier Maggiore.
Giovanni Bernardi
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