Il Santuario della Madonna delle Milizie affonda le sue radici nell’antico evento miracoloso che salvò la popolazione locale da un triste destino di devastazione.
La devozione alla Madonna delle Milizie si tramanda da secoli, e la prima statua raffigurante la Madonna delle Milizie risale al quattrocento. Attualmente ne esiste una copia, che è conservata sull’Eremo della Madonna delle Milizie di Donnalucata, a Scicli, nel libero consorzio comunale di Ragusa in Sicilia.
L’eremo venne costruito in seguito alla battaglia condotta dai sciclitani guidati dal Gran Conte Ruggero contro gli arabi. La Madonna difese la popolazione dall’invasione di quelli che erano fortemente intenzionati a devastare il territorio e convertire gli abitanti.
La Madonna apparve in risposta alle preghiere dell’esercito e fede scappare tutti i miliziani a gambe levate. L’eremo venne costruito proprio al fine di magnificare la gloria della Vergine guerriera che salvò il popolo dalla distruzione.
La statua, a differenza dell’originale, non raffigura la Madonna sul cavallo, e oltre alla copia dell’antica statua si custodisce l’orma dello zoccolo del cavallo di Maria. Il luogo in cui si trova il santuario era chiamato nell’antichità “Piano re mulici”, e proprio da questo si originò il nome Madonna delle Milizie.
L’effige di Maria, databile al diciottesimo secolo e conservata nella Chiesa Madre di Scicli, è ancora oggi fortemente venerata dalla popolazione locale. La Vergine viene raffigurata come una paladina su un cavallo bianco e con una spada nella mano destra. Sotto di lei, ai suoi piedi, gli arabi sconfitti.
“Ecce adsum, civitas mea delecta, protegam te dextera mea” è il tradizionale motto attribuito alla Madonna delle Milizie. Ancora oggi chi partecipa alla festa, in primo luogo assiste alla “Sacra Rappresentazione”. Si tratta di una rievocazione storica del miracoloso evento, preparato da da bravissimi attori e registi con la partecipazione degli sciclitani.
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Tra questi, vi sarà quindi chi interpreterà le diverse figure che hanno preso parte all’antico evento: Ruggero, Belcane, gli arabi, i guerrieri. Tutti insieme camminano fino alla piazza dove ha luogo la rappresentazione, intorno a una nave di cartapesta con su scritto “Stambul”.
Infine, l’arrivo del simulacro della Madonna a cavallo seguita dal caratteristico Canto dell’Angelo e la solenne processione. Una festa che dal 2011 è entrato nell’elenco del patrimonio Unesco.
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Giovanni Bernardi
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