Il Santuario della Madonna dei Miracoli venne costruito in seguito al miracolo che cambiò la vita di un giovane sofferente, e dopo lui di tutta la popolazione.
Il santuario venne eretto nel 1498 dagli abitanti di Saronno con l’intenzione principale di dare ospitalità al simulacro della Madonna del miracolo. Si tratta di una statua della seconda metà del quattordicesimo secolo, che prima di essere posizionata nella chiesa si trovava in una piccola cappella sulla strada Varesina. Fin dal primo momento, l’immagine era ritenuta infatti dispensatrice di miracolose guarigioni.
La cappella diventata meta di grande devozione
Il santuario mariano della Madonna del miracolo di Saronno arricchiva così il territorio di Saronno con una importante meta di fede e di pellegrinaggi che negli anni andò ad arricchirsi di straordinarie opere d’arte. La costruzione del santuario, nello stesso luogo in cui già sorgeva la cappella diventata meta di grande devozione dopo il miracolo avvenuto tra la metà e la fine del quindicesimo secolo, fu avviata l’8 maggio 1498 su volere della comunità saronnese.
Prima di diventare meta di fede e di orazioni cristiane, si trattava di un luogo pagano che già si trovava sulla Strada Varesina. Ancora oggi non si hanno notizia sul nome dell’architetto che concepì il progetto iniziale del santuario con una pianta a croce latina. In ogni caso questo è formato dai locali dell’abside, del presbiterio, dell’antipresbiterio, dell’aula sormontata dal tiburio e dalla cupola e dalle due cappelle laterali.
L’architetto di grande cultura umanistica che lo costruì
La fruizione di questo, tuttavia, era pensata in senso inverso rispetto alle tradizionali chiese medievali a croce latina. Questo perché si puntava a sottolineare la centralità della volta come struttura circolare. Sotto di questa, fin da subito si sarebbe dovuta raccogliere la comunità ecclesiale. Gli unici elementi certi che si possono affermare, tuttavia, sono legati sia alla planimetria che ai rapporti proporzionali, dove si vede un profondo studio con riferimenti espliciti alla sezione aurea.
Il progetto mostra quindi la paternità di un architetto di profonda cultura umanistica, particolarmente legato dal punto di vista stilistico a modelli già diffusi in Lombardia. Alcuni studiosi sostengono che potesse trattasi di un architetto già impegnato in quegli anni nella fabbrica del Duomo di Milano, tale Giovanni Antonio Amadeo.
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La cronologia della costruzione dello splendido Santuario
Vicino al santuario fu costruita entro il 1507 la casa dei “deputati”, vale a dire di coloro componevano l’organismo incaricato di sovrintendere all’amministrazione dei beni e alla “fabbrica” dell’edificio sacro. Pochi anni dopo venne anche costruito il campanile, alto 47 metri, progettato dall’architetto Paolo della Porta. Ancora oggi quel campanile è ritenuto tra i più belli della Lombardia e preso a modello per numerosi altre chiese.
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Di certo, Amadeo fu però il progettista dell’elegante tiburio, completata nel 1508 e che all’esterno presenta ventiquattro eleganti finestre, con dodici bifore corrispondenti al tamburo, che coprono una cupola di otto lati generati dall’inserimento di quattro spicchi, secondo il tradizionale schema costruttivo ad quadratum, ovvero di una semplice progressione aritmetica dal basso verso l’alto, dal quadrato dell’aula al cerchio della cupola.
L’afflusso di fedeli sempre più alto portò a creare un edificio più grande
Una costruzione che sta a simboleggiare la progressione dell’uomo, e del fedele, dalla Terra al Cielo. L’afflusso dei fedeli, fin da subito ogni anno sempre più frequente, portò a un progetto di ampliamento dello stesso, con la costruzione di un edificio a tre navate che si sviluppano su cinque campate. Si cominciarono i lavori nel 1556 ma fu in seguito San Carlo Borromeo, profondamente legato al santuario della Beata Vergine dei Miracoli, che fece proseguire i lavori dopo le prime interruzioni.
Fu sempre San Carlo che officiò personalmente il rito solenne della traslazione all’interno del santuario dell’antica statua trecentesca della Madonna, che avvenne il 19 settembre 1581. All’interno del santuario, il primo grande artefice che vi legò il proprio nome fu Bernardino Luini, autore del complesso degli affreschi che ornano le pareti dell’abside, del presbiterio, dell’antipresbiterio e di quelle sottostanti la cupola. Come anche delle le figure sulla volta della cappella del Cenacolo e della splendida Natività posta nel chiostro.
Le principali opere presenti all’interno del bel santuario mariano
Ma le principali opere eseguite per il santuario mariano sono quelle che riguardano la vita della Madonna, come le scene dello Sposalizio della Vergine e di Gesù tra i Dottori nell’anti-presbiterio oppure le le scene dell’Adorazione dei Magi e della Presentazione di Gesù al Tempio nel presbiterio. In queste si riconosce la grande vena narrativa di Bernardino, attraverso la moltitudine di personaggi disposti su piani diversi in abbigliamenti molto colorati e con volti di vivace espressività.
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Completano, infine, l’articolato e complesso programma decorativo otto figure monocrome poste sulle lesene della cappella, rappresentazioni allegoriche delle Virtù teologali e cardinali alle quali si aggiunge l’allegoria della Pace.
Giovanni Bernardi