Il Santuario della Madonna della Neve venne costruito dopo il prodigio che coinvolse un uomo del posto, e in cui la Madonna lasciò un netto avviso.
Il santuario si trova ad Auro, frazione di Casto, in provincia di Brescia, ed è stato costruito intorno alla metà del Cinquecento in onore dell’apparizione mariana avvenuta a un pastorello sordomuto dalla nascita, Battista Comino Bajoni, l’8 giugno 1519.
Venne poi restaurato e abbellito intorno al Settecento, e ancora oggi all’interno dello stesso vi si conserva l’opera “Sant’Antonio Abate” del Moretto, al terzo altare destro, e due organi settecenteschi inseriti in elaborate ancone lignee.
La costruzione iniziò non molto tempo dopo l’evento miracoloso, e gli abitanti di Adro subito diedero credito al pastorello recante il messaggio della Madonna. L’uomo era infatti sordomuto dalla nascita, ma dopo la visita della Vergine riacquistò subito vista e udito.
Tutti avevano ben presente al disabilità del ragazzo, e il fatto che adesso parlava e sentiva correttamente fece subito comprendere a tutti che ci si trovava di fronte a un evento del tutto miracoloso.
Proprio come aveva domandato Maria, subito si deliberò per la costruzione del santuario nel luogo dell’apparizione. La Madonna chiese anche la conversione dei peccatori spiegando che altrimenti sarebbero incorsi a un duro castigo. Solamente un anno dopo, nel 1520, la chiesa era praticamente già una realtà.
In seguito l’edificio venne abbellito di nuove decorazioni, in particolare nel Settecento, epoca in cui vennero eseguiti gli stucchi ancora oggi presenti all’interno e in cui vennero inoltre installati i due organi.
All’esterno, il santuario appare in maniera molto semplice, con una facciata a capanna, mentre sul retro si eleva un piccolo campanile. L’interno invece si presenta a navata unica coperta da volta a botte, con tre cappelle per lato.
La volta è ricoperta da elaborate cornici in stucco contenenti affreschi, mentre il muro di controfacciata e la seconda cappella destra sono occupate dalle due grandi ancone lignee degli organi, realizzate nel Settecento.
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Nel terzo altare destro si trova il Sant’Antonio Abate del Moretto, eseguito dopo il 1530. Si tratta di un’opera di di notevole pregio artistico e collocabile all’apice della produzione del pittore, definita l’archetipo della pittura seicentesca bresciana, ricca di movimenti, contrasti, volumi poderosi e segni violenti.
Il santuario fu visitato da San Carlo Borromeo nel 1581, e l’affluenza dei pellegrini crebbe continuamente, rendendolo troppo piccolo nel tempo. Così nel 1750 fu demolito per far posto a quello attuale, costruito su disegno dell’architetto Gaspare Turbini e inaugurato nel 1776.
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Ancora oggi il santuario è ben funzionante e vi si organizza annualmente una “settimana mariana” con incontri di preghiera e cerimonie.
Giovanni Bernardi
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