La Basilica della Madonna di Porto deve la sua storia all’apparizione della Vergine a un colonnello francese e a un ladruncolo che stavano spargendo dolore.
Il colonnello durante l’invasione rimase affascinato dal dipinto, così lo portò nella dimora in cui alloggiava. Durante la notte vide una grande luce che usciva dall’armadio in cui custodiva il dipinto, e nel suo cuore comparve grande devozione. Deciso subito di riconsegnarlo alla popolazione.
Tuttavia il Santuario affonda le sue origini nella storia del giovane ladruncolo Pietro Gatto, e all’anno 1751. Il giovane aveva deciso di cambiare vita ma nessuno lo credeva, nemmeno il parroco. Così una notte gli apparve Maria in una celeste visione. e quel momento veramente gli cambiò la vita.
La Madonna gli indicò il luogo dove innalzare l’altare, e lì vi attirò folle di pellegrini nel cammino verso il pentimento e la conversione. “È mia volontà che tu eriga una cappelluccia a Porto”, gli disse Maria. Il giovane subito decise di realizzare quando gli era stato chiesto dalla Vergine.
Dopo l’autorizzazione del vescovo di Catanzaro costruì la “cona”, seppure in maniera piuttosto rozza e maldestra. Lì vi fece dipingere l’immagine della Madonna di Costantinopoli, si consacrò e decise di passare tutta la sua vita in quel luogo vivendo una vita cristiana e facendosi chiamare Fra Costantino.
Stabilì la sua dimora nel “romitaggio” che sorge nei pressi della “Cona”, e ci volle poco tempo prima che i fedeli costruirono l’attuale santuario, con una grande opera collettiva. Il culto alla Madonna di Gimigliano risaliva tuttavia al 1626, quando il popolo di Gimigliano di proclamare la Vergine di Costantinopoli protettrice del paese per difendersi dalle catastrofi naturali.
L’immagine fa parte della tipologia delle “Achèropita”, cioè “non fatte da mano d’uomo”, e in questa vi è rappresentata la Madonna, con un manto azzurro in cui è dipinta una stella a otto raggi, che tiene sul braccio destro il Bambino nell’atto di allattare dal seno, mentre due angeli con una mano sostengono una cortina e con l’altra sorreggono la corona posta sul capo della Vergine.
Così l’’originaria chiesetta che custodisce l’edicola di Pietro Gatto rappresenta il “cuore del Santuario”, oltre ad essere anche la meta privilegiata del pellegrino. La spiritualità che viene emanata da quella opera, e dal santuario tutto, costruito sul “promontorio di pietra” indicato dalla Madonna a Pietro Gatto, è evidente per tutte le persone che ne fanno visita.
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La Basilica permette infatti l’incontro dei pellegrini con il Signore nel bel mezzo della pace della natura, come vera “oasi” di silenzio, preghiera, incontro, in cui attingere alle sorgenti della Parola e della Comunione. Negli anni infatti il Santuario della Madonna di Porto è diventato uno dei centri più famosi della spiritualità mariana in Calabria, e il messaggio che la Madonna di Porto affida ai suoi pellegrini è piuttosto eloquente. Maria chiede a tutti i suoi figli, infatti, “la conversione come cambiamento di mentalità e comportamenti di vita”.
Giovanni Bernardi
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