Il Santuario della Madonna della Rosa di Ceresole, in provincia di Cuneo, centro di spiritualità e di devozione mariana, affonda le sue radici nel miracolo che salvò la giovane Caterina da due malintenzionati.
Mentre andava al mercato, infatti, nel 1644, Caterina stava scappando da due militari che avevano brutte intenzioni nei suoi confronti. Arrivata a un pilone votivo in cui era posta la Madonna della Rosa, la giovane si rivolse a lei e subito i cavalli su cui erano seduti i due uomini si fermarono, permettendo alla ragazza di salvarsi.
Dopo l’accaduto, quando tutto il paese venne a conoscenza del miracolo, il pilone fu liberato dai rovi che erano cresciuti a causa della trascuratezza del luogo, e il Comune di Ceresole decise insieme al parroco di costruirvi sopra la piccola cappella.
Negli anni successivi, questa venne ampliata, e in soli tre anni divenne un magnifico Santuario, grazie al progetto di Mastro Simone Scoazzino di Carmagnola, raggiungendo l’attuale struttura architettonica. Si tratta di un edificio barocco a una sola navata con portico laterale per il pellegrini e campanile, restaurato un’ultima volta nel 1882 e nel secondo dopo guerra.
La prima domenica di settembre del 1647 ci fu l’inaugurazione. Alla celebrazione presero parte migliaia di pellegrini accorsi da tutto il Piemonte. La devozione alla Madonna della Rosa era infatti cresciuta cospicuamente, e durante la celebrazione ci fu grande commozione tra i presenti. La Madonna venne proclamata “Patrona del paese”. Sul marmo della pala d’altare è ancora oggi presente la scritta antica: “Rosa mistica, Ceresoliarum Patrona”.
Per i sette anni successivi a quella celebrazione, venne concessa l’indulgenza plenaria nella data della prima domenica di settembre. Una grazia riservata a tutti i pellegrini presenti alla festa. La Attorno alla chiesa vennero poi, in seguito, costruiti i piccoli portici con i quali accogliere i numerosi pellegrini che si recano ogni giorno al santuario.
Sul lato sinistro le camere dei custodi, di cui il primo fu un eremita di nome Francesco. A questo nel 1649 subentra il cappellano agostiniano scalzo Padre Anselmo di San Michele, che fu rettore fino al 1662.
Questo raccolse numerose testimonianze che parlarono delle guarigioni e dei fatti più importanti avvenuti grazie all’intercessione della Madonna delle Rose. Numerose guarigioni prodigiose infatti si verificarono nel diciassettesimo secolo a favore di sordi, muti, storpi, ciechi che si rivolsero alla Vergine.
Il primo libro sul santuario fu intitolato “La mistica città di rifugio eretta dalla Gran Madre di Dio nelli confini di Ceresole sotto titolo della Madonna del Pilone, con una raccolta delle Grazie operate in quel Venerando Luogo”.
In questo si spiega che nelle Bibbia sono sei le città di rifugio fondate da Mosè. Allora, per questa ragione, padre Anselmo sostiene che il paese di Ceresole, in quanto scelto da Maria per effondere le sue grazie sugli uomini, è territorio sacro a Dio, presidiato e custodito dalla Vergine, che lo difende contro il maligno.
E diventa in questo modo città di rifugio, in cui “gli uomini non devono temere la giustizia divina, perché godono di una protezione soprannaturale”
Ogni anno, la statua lignea della Madonna della Rosa esce in processione da Santuario alla Chiesa parrocchiale. Luogo dove rimane venerata per tutto il mese mariano.
Alla fine questa ritorna al santuario. Mentre invece la seconda domenica di settembre si svolge la festa annuale che termina con il tradizionale bacio della Rosa d’oro. Per il il Grande Anno Santo del 2000, infine, il Santuario della Madonna della Rosa di Ceresole d’Alba è stata Chiesa giubilare.
Giovanni Bernardi
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