Il Santuario della Madonna della Salute di Monteortone è un luogo di grandi grazie legato un evento straordinario che diede il via per molti altri.
Il santuario mariano si trova sui Colli Euganei, in periferia di Abano Terme, vicino alle note terme, e da oltre cinque secoli consacra alla Madre di Dio questo fortunato tratto di terra veneta. Da cinque secoli si tratta di un luogo di convergenza della fede cristiana delle popolazioni limitrofe venete-euganee, in seguito all’apparizione della Vergine che coinvolse Pietro Falco che fece sorgere il santuario nel 1435.
L’origine dei prodigi in questo luogo di santità
Nel 1428 l’uomo d’armi, prima di quell’evento prodigioso, decise di ritirarsi in preghiera in un boschetto ai piedi del Monteortone per dare ristoro ai propri malanni, conseguenza della sua esperienza militare. Verso la fine di maggio gli apparve la Vergine Maria che lo invitò ad immergersi nell’antica fonte termale.
La Madonna gli promise la guarigione di vecchie ferite di guerra alle gambe, grazie all’acqua della vicina fonte. Il soldato guarì, e dopo il miracolo trovò tra i sassi un dipinto su legno che raffigura la Vergine con Gesù Bambino, proprio come Maria gli aveva indicato. Il dipinto fu collocato in un piccolo oratorio, poi inglobato nell’attuale chiesa.
Il quadro miracoloso al centro dell’evento straordinario
Nel quadro, di autore anonimo dei primi del Quattrocento e tuttora custodita nell’artistico Sacello posto in fondo all’abside dell’altare maggiore, Maria si trova con in braccio Gesù e ai lati san Cristoforo e sant’Antonio Abate. In particolare, nel corso dell’apparizione Maria raccomandò di accogliere la volontà del Figlio suo che invitava alla conversione del cuore e della vita.
La Vergine ordinò di promuovere la costruzione di una chiesa a lei dedicata, e in cambio promise la cessazione della peste. Così avvenne e la notizia del miracolo suscitò subito l’interesse sia dei Rettori padovani, sia del Doge di Venezia, Francesco Foscari. Il fervore relgioso, dopo l’evento, fu grande e il vescovo di Padova inviò prima due monaci e più tardi il frate agostiniano e priore Simone da Camerino.
La costruzione del santuario che giunse fino ad oggi
Questi promossero la costruzione del santuario e dell’attiguo monastero degli agostiniani di Monteortone. Dopo la fine della pestilenza la devozione aumentò fortemente e da quel giorno folle di pellegrini visitano questo luogo. A fare costruire la prima chiesa fu proprio il predicatore Fra’ Simone da Camerino, e la consacrazione avvenne nel 1435.
Simone fondò gli Agostiniani della Beata Vergine di Monteortone. La chiesa venne poi ricostruita e ampliata in seguito a un incendio, su disegno di Pietro Lombardo. Oggi il santuario si presenta come un imponente tempio a tre navate, a croce latina. Alla destra della facciata si trova inoltre una piccola grotta, oggi in muratura.
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Come accedere alla fonte miracolosa all’interno del santuario
A questa si accede da una scaletta, e qui i pellegrini possono bagnarsi con l’acqua calda della sorgente ritenuta miracolosa. Mentre invece all’interno della chiesa, nelle cappelle che chiudono le due navate laterali, è possibile ammirare le opere del Bissoni e di Palma il Giovane.
Ma il vero e proprio capolavoro della chiesa è l’abside centrale, in cui si può ammirare un elaborato catino sovrastato da una volta a crociera, tutto affrescato da Jacopo da Montagnana. Al centro, l’altare intarsiato con marmi policromi del 1683. Il pellegrino passa dietro l’altare attraversando un deambulatorio, e in questo modo è possibile vedere da vicino l’immagine mariana, ancora oggi al centro di processioni e feste religiose.
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A completare la chiesa, un elegante campanile in stile gotico con tetto a cuspide. Nei secoli ci furono diversi eventi che interruppero la vita della chiesa, come passaggi di proprietà e chiusure forzate. Questa però venne definitivamente riaperta al culto all’inizio del novecento, mentre nel 1925 divenne chiesa parrocchiale.
Nell’ex convento, infine, si trova un grande chiostro con al centro una vera da pozzo della fine del cinquecento. Edificio che fu prima luogo di cura privato, poi istituto dei Salesiani dal 1937 al 1970. Qui oggi invece si trova l’albergo e lo stabilimento termale San Marco, gestito dalla stessa famiglia religiosa.
Giovanni Bernardi