Il Santuario della Madonna del Tresto è legato al miracolo della terra che zampilla sangue, dopo l’apparizione di Maria a un povero barcaiolo nel 1468.
Il bellissimo santuario oggi si trova quindi nel luogo esatto dell’apparizione mariana. Dopo il primo evento miracoloso, infatti, il barcaiolo, di nome Giovanni Zelo, non ebbe il coraggio di rivelare a tutti l’accaduto, in quanto povero e ignorante.
Ma l’evento lo tormentava, e tornò sul luogo dell’apparizione con alcuni amici. Come in quella prima occasione, infilando il coltello donatole da Maria in persona nel terreno, da questo zampillavano fiotti di sangue.
Tresto è una Comune di Ospedaletto Euganeo, nel padovano, e fu lì che si costruì il complesso del Santuario del Tresto, come chiesto dalla Madonna al povero barcaiolo. La chiesa nel 1469 era già costruita, anche il campanile e il monastero già esistevano.
Una volta ultimata la nuova costruzione, a ricevere la custodia furono i i monaci agostiniani di San Girolamo da Fiesole. Nei secoli però la chiesa e gli edifici intorno ad essa subirono diverse ristrutturazioni, fino ad ampliarsi notevolmente.
Da lì in poi, intorno al Santuario sorsero stalle, scuderie, granai ed infine venne aperta un’osteria dedicata alla sosta dei viandanti. Il Santuario divenne poi proprietà del Seminario di Padova nel 1669.
I pellegrinaggi continuarono imperterriti e numerosi. Le celebrazioni religiose vennero regolarmente frequentate tanto dai fedeli passaggio quanto dalla popolazione locale e residente nelle aree limitrofe. Molti di loro si recarono, e continuano a farlo tutt’oggi, nell’antico santuario per chiedere grazie a Maria, che puntualmente ricambia. Non a caso sono molti i miracoli registrati.
La chiesa fu eretta a curazia nel 1927, e anche in questo caso l’intento era quello di venire incontro alle necessità dei fedeli. Nel 1930 diventò parrocchia autonoma. La struttura della Chiesa è simile a quella del Santuario della Madonna della Salute di Monteortone, nei pressi di Abano Terme.
La chiesa possiede infatti alcune cappelle laterali e altari aggiunti in epoche successive. Questi lavori hanno stravolto nei secoli l’aspetto. Per fare un esempio, l’altare maggiore della chiesa proviene da una chiesa demolita.
Tuttavia, nel santuario è presente anche una imponente collezione di ex voto. Alcuni sono dei veri e propri esempi di arte popolare, risalenti all’incirca dalla fine del Quattrocento per arrivare fino ai nostri giorni.
Oltre a questo, nel santuario è possibile ammirare una preziosa corazza di ferro, donata dal nobile Bonifacio de’ Rossi. L’uomo venne guarito in maniera miracoloso dopo avere riportato una ferita in battaglia grazie al soccorso della Madonna del Tresto.
Tuttavia l’opera di maggiore importanza è per molti il capolavoro della Madonna Miracolosa, attribuita a Jacopo da Montagnana. Infine le pale di Sant’Antonio e San Giuseppe, di Francesco Zanella, pittore padovano allievo del Ferrari.
La quattrocentesca pala con lunetta, posta sopra l’altare della prima cappella a sinistra, attribuita al Bissolo, è infine altra opera di grande interesse, insieme anche al ritratto del vescovo Gregorio Barbarigio, fondatore del collegio dei Nobili, opera dello Zanchi.
Intorno alla chiesa, infine, ai lati, si trova il chiostro dell’antico convento. Da ultima, invece, un’edicola ripara la fonte in cui l’acqua sgorgò miracolosamente durante la costruzione della chiesa. E in cui ogni giorno numerosi ricevono grazie da Maria per la loro vita e le loro difficoltà.
Giovanni Bernardi
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