Il Santuario della Madonna di Spineto venne costruito dopo lo straordinario miracolo che vide la guarigione di una donna per mezzo di una candida colomba.
Il santuario si trova sulla sommità di monte Spineto, in mezzo al bosco, e si dice che sia stato eretto per voto popolare nel 1155, quando gli abitanti di Tortona sfuggirono alle incursioni dell’esercito dell’imperatore germanico Federico Barbarossa rifugiandosi sulla vetta del monte e ponendosi sotto la protezione della Beata Vergine Maria.
L’edificazione della piccola cappella venne effettuata a memoria dello straordinario miracolo della colomba che svolazzò durante il terribile assedio del Barbarossa. La prima pietra venne posta dal Vescovo, Mons. Paolo Arese, nel 1629.
Il religioso dispose che l’altare maggiore si elevasse sul punto stesso del biancospino fiorito su cui si era posata la colomba. La costruzione venne ultimata nel 1633, e assunse il nome propria dalla scelta effettuata dalla colomba che si posò sul biancospino.
Tra il 1839 e il 1840 il Santuario subì lavori nel presbiterio. Il santuario dopo essere caduto in disuso venne restaurato nuovamente come voto per scampato pericolo, nel 1642.
Il santuario venne tuttavia abbandonato nuovamente a causa delle invasioni francesi tra il 1799 e il 1801, e in quella occasione il simulacro della Vergine fu trasportato presso la chiesa parrocchiale di Stazzano. Qui vi rimase fino al 1801, anno in cui, con solenne processione, fu riportato nel santuario.
Nel 1853 fu costruito il campanile in pietra a vista, e nel 1866 venne aggiunta nella parte anteriore un’arcata alla navata centrale ed alle navate laterali e venne decorata la facciata, inquadrata da lesene e sormontata dal monogramma mariano.
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Il campanile, svettante nel cielo, del Santuario di Monte Spineto domina dall’alto lungo la strada statale e la ferrovia che da Tortona conduce a Genova, di fronte alla grossa borgata di Serravalle Scrivia. Si tratta dell’ultimo contrafforte dell’Appennino Ligure posto tra la valle Scrivia e la val Borbera.
Giovanni Bernardi
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