Nel Santuario di Plout si venera la Madonna dell’Eremita fin dal 1640. Da quando cioè la gamba di un muratore venne guarita miracolosamente dalla Vergine.
Dopo questo evento prodigioso, l’uomo decise di costruire la prima cappella in onore della Madonna di Plout. Questa venne ingrandita nel 1715, anche se l’attuale aspetto è da fare risalire al 1853, giorno in cui avvenne un ulteriore ingrandimento e restauro.
Come raggiungere il Santuario di Plout
La chiesa si trova subito fuori dal paese, e si raggiunge percorrendo i i tornanti in salita che conducono fin davanti la Madonna degli Eremiti. Il sentiero infatti si snoda lungo un percorso naturalistico composto da numerose specie di piante.
La struttura della chiesa della Madonna degli Eremiti risale all’anno 1000. Questa fu infatti costruita su un tempio romano, ma venne ristrutturata dopo i numerosi eventi sismici e bellici che la colpirono duramente.
La statua miracolosa della Madonna degli Eremiti
La statua della Madonna tuttavia si conserva ancora oggi nella sua originalità, ed è posta all’interno della chiesa dietro l’altare rivolto ad oriente. La lapida subito a destra dell’entrata ricorda i restauri effettuati nel 1696, ben due secoli dopo il sisma che segnò duramente la chiesa.
Scendendo per un pendio, che si trova subito fuori dalla chiesa, ci si può dissetare dell’acqua sorgiva, mentre se si risale il percorso situato sulla sinistra si arriva fino alle tre fonti.
Nel Santuario di Plout alloggiò anche Celestino V
Pietro del Morrone, ovvero Celestino V “il papa del grande rifiuto”, venne accolto in questa splendida chiesa. La Madonna degli eremiti tuttavia si venera in questo luogo fin da secoli addietro, quando vi si trovava solamente una piccola edicola scavata nella roccia.
L’attuale edificio presenta una pianta a croce greca con la cupola al centro ed un ingresso in stile neoclassico con quattro colonne. Sulla facciata si trova un bellissima affresco raffigurante la Madonna con Santi.
Nelle pareti interne, inoltre, si possono ammirare i numerosi ex-voto di cui sono ricoperte.
Giovanni Bernardi