Come ebbe inizio il culto della Madonna di Pompei? La storia del Santuario di Pompei è narrata dalle parole di Bartolo Longo (oggi Beato e celebrato il 5 Ottobre).
“Cominciai a pensare e discorrere meco stesso, a chi rivolgermi per acquistare il quadro che mi bisognava. E ricordai che, passando per Via Toledo, presso la piazza dello Spirito Santo, avevo spesse volte gettato lo sguardo dentro la bottega nella quale erano esposti vari quadri e ritratti ad olio e tra gli altri mi pareva d’aver veduto una Vergine del Rosario”.
La conversione dell’avvocato Bartolo Longo era recente. La sua iniziativa si diresse verso la desolata Valle di Pompei, luogo in cui nessuno si occupava più del culto religioso, da lungo tempo. Bartolo Longo, era giunto nei pressi di Napoli dalla provincia di Brindisi, per completare gli studi di legge. Quello era un periodo molto problematico della sua vita spirituale. Dopo non poche licenziose imprese, che lo stavano avvicinando a satana, più che a Dio, ebbe l’ispirazione di diffondere il culto del Rosario. Voleva salvare se stesso dalla perdizione e tutti i fedeli che avrebbero voluto avvicinarsi alla Madre celeste e quindi ad una condotta cristiana più degna.
Così, nel Novembre del 1875, si trovava tra le vie di Napoli. Cercava un dipinto ad olio, come richiesto dalle autorità ecclesiali, per concedere le indulgenze ai devoti. Doveva ispirare la fede. Il quadro trovato a Napoli era in pessime condizioni. Fu un acquistò fatto in poche ore, quelle che Bartolo Longo aveva a disposizione per procurarsi un’effige della Vergine e mostrarla alla gente. Tutto questo prima che terminasse (il giorno seguente) la missione, in corso in quel periodo, che aveva portato molti a recitare comunitariamente il Rosario. Lui auspicava che, da allora in poi, accadesse quotidianamente.
Il quadro – ora nel Santuario di Pompei – era tutto da rifare
“Oltre alla deformità e spiacevolezza del viso, mancava pure sul capo della Vergine un palmo di tela; tutto il manto era screpolato e roso dal tempo e bucherellato dalla tignuola, e per le screpolature erano distaccati e caduti qua e là brani di colore”. Si, quel dipinto era tutto da rifare e, per l’urgenza e la necessità del momento, venne trasportato da Napoli a Pompei su un carro, solitamente desinato al letame.
Un inizio a dir poco umile e incerto su cui nessuno, se non la grazia di Dio, avrebbe riposto fiducia. Lo stesso Bartolo Longo scrisse: “Or chi avrebbe creduto possibile che quella vecchia tela, pagata poco più di tre lire, e che faceva allora il suo ingresso in Pompei sopra un carro di letame, era nei disegni della Provvidenza ordinata ad istrumento di salvezza di innumerevoli anime? (…) E poco appresso sarebbe sollevata sopra un ricchissimo trono in un tempio monumentale eretto apposta per essa? E che avrebbe chiamato ai suoi piedi non solo i poveri contadini di Pompei a recitare il Rosario, ma una folla di adoratori e di pellegrini di tutte le nazioni, divenendo ad un ora centro di religione, di civiltà, di gloria?”.
Il quadro della Madonna di Pompei restaurato
La tela, restaurata e modificata più volte nel corso degli anni, come il Santuario che oggi la ospita, è alta 120 cm e larga 100. Mostra al centro la Madonna col bambino in braccio. Ai lati San Domenico, a cui il bambinello porge la Corona del Rosario, e Santa Caterina da Siena (in origine era Santa Rosa da Lima), che riceve la Corona del Rosario dalle mani della Vergine).
Come sappiamo quel quadro, a cui si attribuiscono diversi miracoli, è richiamo per i credenti di ogni parte del mondo. A ricordo di quel piccolo gruppo che recitava il Rosario durante la missione del 1875, oggi il Santuario ospita numerosi pellegrini che pregano continuamente, in una processione di andirivieni infinita, e celebrano, in particolare, la supplica scritta dal Beato Bartolo Longo due volte all’anno: l’8 Maggio, giorno in cui, nel 1876, venne posta la prima pietra del Santuario di Pompei, e la prima domenica di Ottobre, sempre a mezzogiorno.
Il 7 Ottobre poi ricorre la festa della Madonna del Rosario, ma ogni 13 Novembre si commemora l’arrivo del quadro a Pompei, sul carro di letame.
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Antonella Sanicanti
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