Il Santuario della Corona di Spiazzi è legato all’incredibile comparsa della statua durante l’occupazione turca, e il cammino che vi conduce è molto speciale.
Il santuario è situato nel territorio del Comune di Ferrara di Monte Baldo in provincia e diocesi di Verona, in un incavo scavato nel monte Baldo. Questo luogo nel quindicesimo secolo risultava essere un romitaggio, mentre la prima chiesa venne inaugurata nel 1530, in seguito alla visita del vescovo Gian Matteo Giberti. La trasformazione in santuario avvenne nel 1625, vale a dire nel momento in cui i cavalieri di Malta fecero riedificare la chiesa, che venne poi completata nel 1680.
Si scavò nella roccia con l’obiettivo di ampliarla
In un primo momento questo santuario era noto col nome di “Santa Maria di Montebaldo”, e solamente nel 1898 si decise di ampliarla di circa due metri verso il piazzale antistante. In questa occasione, l’anno seguente, venne rifatta la facciata in stile gotico e decorata con marmi di Sant’Ambrogio. Alcuni ritocchi all’altare maggiore nella nicchia della Madonna vennero poi eseguiti nel 1928.
I lavori per la ristrutturazione della chiesa iniziarono tuttavia nell’anno santo 1975, e si scavò nella roccia con l’obiettivo di ampliarla, al punto che da 220 metri si passò a ben 600. La cupola è invece alta 18 metri.
Era possibile accedere al santuario solo attraverso una salita di gradini
La consacrazione del santuario avvenne 4 giugno 1978, quando ci fu il completamento della ristrutturazione che venne eseguito in onore della visita del papa Giovanni Paolo II il 17 aprile 1988, dopo che lo stesso Papa aveva elevato il santuario alla dignità di basilica minore nel luglio del 1982.
In passato, era possibile accedere al santuario solamente attraverso una salita di gradini dal paese di Brentino in Vallagarina. Oggi, invece, il luogo di culto è raggiungibile anche attraverso una strada asfaltata dopo il paese di Spiazzi, terminante nella galleria scavata nella roccia nel 1922, in cui peraltro è esposto il dipinto della Madonna.
All’interno la Scala Santa, riproduzione di quella che si trova a Roma
Si tratta di una strada percorribile solo a piedi, dove si incontrano lungo il tragitto le quattordici stazioni della Via Crucis in statue bronzee, e dove viene riprodotto il sepolcro dove venne messo Gesù dopo la sua morte. Al termine del “Cammino dei due Santuari”, che inizia nel santuario della Pieve di Chiampo e attraversa sette valli delle Prealpi Venete, c’è il Santuario della Madonna della Corona.
All’interno del santuario si trova la Scala Santa, riproduzione della scala che si trova a Roma vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano. Vale a dire, la scala dove Gesù salì e discese più volte nel giorno in cui fu flagellato, coronato di spine e condannato alla morte sulla croce, tingendola così con il suo sangue.
LEGGI ANCHE: Santuario Madonna del Prà di Feglino: la cappella sul luogo dell’apparizione
Ci sono però delle tradizioni da seguire per poterla percorrere. Dopo aver intinto la mano nell’acqua santa si fa il segno della croce. Si salgono i 28 gradini solamente in ginocchio e ad ogni gradino si prega il Signore. Con grande raccoglimento si medita e si prega sulla passione di Gesù Cristo, rivolgendo il proprio pensiero a sette momenti. Che sono: il sudore di sangue nell’orto, la flagellazione, la coronazione di spine, il viaggio al Calvario, la crocifissione e infine la morte di nostro Signore Gesù Cristo.
Giovanni Bernardi