Il dramma delle sette sataniche che celebrano le messe nere è un’enorme dramma. Però mi fa pensare una cosa: se un satanista è disposto a pagare anche 100 euro per un ostia consacrata, è una testimonianza che egli crede che in quell’ostia c’è il Corpo di Cristo.
Se fosse solo simbolica, secondo voi satana farebbe le sue messe nere? e i suoi adepti pagherebbero tutti quei soldi per un pezzo di pane?
Tra l’altro nel libro “la catechesi di satana” di P. Pellegrino Ernetti è molto ben spiegata questa cosa, e ci sono testi di esorcismi in cui il demonio costretto dal prete esorcista, è stato costretto a rivelare la verità del Corpo di Cristo realmente presente nell’ostia consacrata. Vi invito a leggerlo.
L’Eucaristia non è conosciuta né amata, ma intanto in molte Chiese vengono rubate le Ostie consacrate. Le rubano per le messe nere?
Furti e profanazioni dell’Eucaristia so-no dovuti anche a mancanza di conoscen-za e di amore: quanto non si conosce né si ama non può essere oggetto di desiderio. Ma non è questione solo di ignoranza. Gli accresciuti furti di Ostie consacrate si spie-gano, oltre che per effetto di odio e istiga-zione satanica, anche per la celebrazione di messe nere nelle quali si adora il diavolo e si offende spaventosamente il Signore con orgie e profanazioni orrende compiute soprattutto su e con Ostie consacrate.
Quindi, se le rubano, vuol dire che credono che l’Eucaristia è Gesù Uomo–Dio?
A volte le Ostie consacrate vengono trafugate per impossessarsi dei vasi d’oro o d’argento che le contengono. Ma è chiaro che coloro che, per impadronirsi dell’oro non esitano a porre le mani perfino sull’Eu-caristia, credono poco o niente alla Pre-senza reale. Quelli invece che trafugano Ostie consacrate per profanarle soprattutto nelle messe nere, dimostrano chiaramente di credere nella Presenza reale, e certa-mente più di loro ci crede satana che ne vuole la profanazione per odio e dispetto.
La malizia di chi commette questi sa-crilegi è massima?
Sì, si tratta di peccati gravissimi non solo perché sono offese ad un immenso Amore di Dio, ma anche perché sono commessi con grandissima malizia e per-versione d’animo. Chi si rende reo di tali peccati incorre immediatamente (“Ipso facto” e perciò senza alcuna ulteriore”‘ dichiarazione) nella scomunica maggiore riservata alla Santa Sede, dalla quale cioè può assolvere solo il Papa.
La messa nera è adorazione del diavolo…
La messa nera – che è una celebrazione alla rovescia della Messa Cattolica (per esempio nella Chiesa Cattolica si pro-clama: Gloria a Dio nell’alto dei cieli; nella messa nera: Gloria a satana nel pro-fondo dell’Inferno, ecc.) -, è adorazione di satana e trasgressione di ogni etica, con orgie bestiali e bestemmie contro Dio.
Come considera coloro che parteci-pano alle messe nere o che comunque si mettono al servizio del diavolo?
Sono dei poveri pazzi con un destino eterno segnato (la dannazione eterna), se non si convertono e chiedono sinceramen-te perdono. Tuttavia un giudizio obiettivo preciso dello stato della loro anima è dif-ficile darlo. Ci sono infatti quelli che vi partecipano per curiosità o perché indotti da qualche amico e simili; e ci sono di quelli che pur conoscendo bene di che si tratta e cosa si faccia nelle messe nere, ci vanno ugualmente: sono anime accecate e ostinate nel peccato e, spesso, consacrate al diavolo in sette sataniche.
Rimanendo su questo argomento, è sconcertante quello che avviene tra gli artisti. Molti cantanti rock sono consa-crati al diavolo. Hanno venduto la loro anima all’infedele per guadagnare sol-di, avere successo e gloria su questa ter-ra, non considerando minimamente che lasciando questa terra, li attende l’infe-licità, l’inferno per l’eternità in com-pagnia dei diavoli, che li tortureranno ferocemente.
Sì, purtroppo è questa la verità venuta fuori attraverso varie vie. Disgraziata-mente non si ragiona troppo o si ragiona male e nella massima incoscienza si va incontro a un destino di eterna infelicità. Se ci si amasse per davvero, si sarebbe così pazzi?… Siamo di fronte al mistero del cuore umano che, come dice la S. Scrit-tura, è un abisso insondabile che fa paura!
Bisogna riparare tanti sacrilegi, fa-cendo adorazione al Santissimo Sacra-mento, penitenze e tanta preghiera, ma oggi queste pratiche sono abbandonate.
Bisogna riparare sì! Se non lo si fa è perché la Fede in molti si è illanguidita, se non addirittura spenta; e perché ci sono nel cuore oscure connivenze col peccato.
L’idea poi di riparazione e di espiazio-ne quasi non c’è più, non solo per la natu-rale ripugnanza a penitenze e mortifica-zioni di ogni genere, ma anche e soprat-tutto perché si è perduto quasi comple-tamente il senso del peccato. Purtroppo anche l’indirizzo prevalente nella Chiesa – non certamente del Papa o della parte più sana della Chiesa strettamente ufficiale- – ma di Sacerdoti, responsabili e laici con qualche responsabilità di ministero o di cultura, non è tenero per certe pratiche penitenziali di digiuno e di mortificazione, dandosi la preferenza ad attività caritative e sociali. Si preferisce cioè l’attivismo che impressiona e… stordisce… alla pre-ghiera e riparazione. Sbagliatissimo! I Santi, i più veri e grandi amatori del prossimo sono stati sempre, nello stesso tempo, insuperabili amatori di Dio e cultori eccellenti di pratiche penitenziali, riparazioni, ecc. Di fatto la più efficace ispirazione è spinta a qualsiasi vera e grande realizzazione, in ogni campo, non può essere che Dio. Provare per credere, come hanno fatto i Santi e tutti coloro che si sforzano di imitarli nel migliore dei modi.
Durante un esorcismo il diavolo ha chiamato noi cattolici “cannibali”, perché mangiamo l’Eucaristia.
Il diavolo fa di tutto per distogliere le anime da Dio e dalla via del bene, serven-dosi soprattutto della menzogna e delle calunnie contro la Chiesa e la sua vita e le sue opere. I cristiani che si cibano di Dio non sono affatto dei cannibali, uomini cioè che si cibano di carne umana, per la sem-plicissima ragione che la comunione del Corpo e Sangue di Cristo, pur avvenendo a somiglianza dell’alimentazione, non è af-fatto la stessa cosa del cibarsi. Perché 1’anì-ma non si ciba di Cristo assimilandoselo come si fa col pane o con qualsiasi altro alimento. Se si assimilasse Cristo come l’alimento, Cristo non esisterebbe più, co-me non esiste più il pane assimilato, dive-nuto ormai Carne e Sangue. Lo stesso deve dirsi da parte di Cristo. Egli non si assimila l’anima fino a farla divenire Carne e San-gue del suo essere perché assimilata non esisterebbe più. Con la Santa Comunione avviene, sì, una certa assimilazione tra l’anima e Cristo, ma stiamo in tutt’altro ordine e realtà! Si tratta soprattutto di pro-fondissima e misteriosissima unione tra Cristo e l’anima fedele, come è quella di ogni amore sano, che non annienta ma vivifica gli amanti al massimo.
Se il diavolo potesse tornare indietro per adorare l’Eucaristia, lo farebbe?
Se il diavolo tornasse indietro adore-rebbe non solo l’Eucaristia, ma tutto ciò che è Dio o di Dio. Ma satana né vuole né può più tornare indietro: egli è ormai fissato nel male per sempre!
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