La Messa virtuale non sostituisce quella in presenza. Per questo il cardinale Sarah ha inviato i vescovi a facilitare il ritorno in sicurezza alla Santa Messa.
Oltre che regole sanitarie contro il Coronavirus, infatti, per i cattolici è più che necessario rispettare anche regole di tipo liturgico.
In questi mesi, con le difficoltà dovute alla crisi del Coronavirus, anche una volta terminato il lockdown che ha richiesto regole molto particolari, la partecipazione alla Santa Messa è spessa diventata dura e problematica, in particolare per le persone più anziani o con difficoltà particolari.
I rischi delle parrocchie nel tempo del Coronavirus
Le parrocchie spesso, invece di aumentarle, hanno ridotto il numero delle celebrazioni, piuttosto che aumentarle. La distribuzione dell’Eucarestia ha persino dato vita a importanti dibattiti in cui si sono confrontate più visioni diverse tra loro.
E anche i rituali della Santa Messa, in tutto ciò, rischiano di subire contraccolpi di certo non auspicabili, a cause di troppi stravolgimenti quando persino di innovazioni del tutto infauste.
Il cardinale Sarah: la Messa virtuale non sostituisce la presenza
Il dato di fatto, però, è che la Messa virtuale non sostituisce la presenza. Per questo servono regole liturgiche oltre che sanitarie. Non è mai accaduto infatti nella storia che la comunità cristiana si sia trovata isolata dal resto, celebrando a porte chiuse.
Il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale guineiano Robert Sarah, lo ha fatto notare con molta chiarezza, in una lettera pubblicata da L’ Osservatore Romano.
La lettera di Sarah sui rischi del Coronavirus per la Santa Messa
Nel testo della missiva, il porporato ha spiegato con precisione per quale ragione la Messa virtuale non sostituisce in alcun modo quella reale. La lettera, la cui data risale al 15 agosto, è stata approvata da Papa Francesco il 3 settembre.
I cristiani infatti, rimarca il cardinale Sarah, non possono vivere senza la celebrazione comunitaria, e ancora meno senza l’Eucarestia, presenza reale del Signore Gesù nella vita dei fedeli.
L’allarme del cardinale Sarah: attenzione alle regole liturgiche
Per questo, l’allarme di Sarah riguarda l’attenzione estrema alle norme igieniche e sanitarie. Che certamente è dovuta, in quanto si tratta di una questione di salute e di sicurezza. Ma “non può portare alla sterilizzazione dei gesti e dei riti, all’induzione, anche inconsapevole, di timore e di insicurezza nei fedeli”, avverte il cardinale.
Per questo Sarah ha spiegato di confidare nell’azione dei vescovi. Che sia “prudente” e “ferma” allo stesso tempo. Per fare in modo che la Santa Messa e la partecipazione dei fedeli alla celebrazione dell’Eucarestia non finisca per essere indicata come un “assembramento”, con questo termine tanto sentito in questi mesi.
L’offesa di equiparare la Santa Messa a una attività ricreativa
Né tanto meno che possa essere comparata ad altre generiche attività ludiche e ricreative, il che sarebbe gravemente offensivo. Allo stesso tempo però Sarah spiega con grande chiarezza e fermezza che “le norme liturgiche non sono materia sulla quale possono legiferare le autorità civili, ma soltanto le competenti autorità ecclesiastiche”.
Un dato di fatto ribadito anche nella costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, una delle quattro costituzioni conciliari emanate dal Concilio Vaticano II. Il cardinale perciò invita i fedeli a partecipare alle celebrazioni, e senza improvvisare strane e spesso critiche sperimentazioni rituali, che possono chiaramente portare a derive.
La liturgia è esperienza di sacralità, di santità, di bellezza: ricordiamoci
Quindi è importante, nell’affrontare il tema delle disposizioni sanitarie, mantenere “il pieno rispetto delle norme, contenute nei libri liturgici, che ne regolano lo svolgimento”.
La liturgia è infatti esperienza di sacralità, di santità, di bellezza. Nella liturgia la vita umana viene trasfigurata e si accede all’armonia della beatitudine eterna, ricorda Sarah. Per questo è di estrema importanza il mantenimento di una cura massima per tutto ciò che riguarda la sacralità e la dignità dei luoghi, nonché di ogni strumento sacro.
L’importanza di mantenere il rispetto per le modalità celebrative
E infine, importantissimo, mantenere il pieno rispetto delle modalità celebrative della Santa Messa. Il Concilio Vaticano II invitata, come ricorda il porporato, a fare in modo che “i riti splendano per nobile semplicità”.
Quindi, che i fedeli possano ricevere il Corpo di Cristo e adorare Gesù nell’Eucarestia nel modo previsto, senza alcun intoppo e limitazione, è un diritto assoluto di ogni fedele. Per questo l’invito del cardinale è quindi ad ascoltare le indicazioni dei vescovi.
Sarah rimarca l’invito ad obbedire ai vescovi
“In tempi di difficoltà (ad esempio pensiamo alle guerre, alle pandemie) i Vescovi e le Conferenze Episcopali possono dare normative provvisorie alle quali si deve obbedire”, ha spiegato Sarah. “La obbedienza custodisce il tesoro affidato alla Chiesa. Queste misure dettate dai Vescovi e dalle Conferenze Episcopali scadono quando la situazione torna alla normalità”.
Il cardinale Sarah ha infine ancora sottolineato che “nessuna trasmissione è equiparabile alla partecipazione personale o può sostituirla. Anzi queste trasmissioni, da sole, rischiano di allontanarci da un incontro personale e intimo con il Dio incarnato che si è consegnato a noi non in modo virtuale, ma realmente, dicendo: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui» (Gv 6, 56)”.
Il contatto fisico con il Signore è vitale e insostituibile
Un contatto fisico con il Signore che “è vitale, indispensabile, insostituibile. Una volta individuati e adottati gli accorgimenti concretamente esperibili per ridurre al minimo il contagio del virus, è necessario che tutti riprendano il loro posto nell’assemblea dei fratelli“, ha concluso Sarah.
Che tutti “riscoprano l’insostituibile preziosità e bellezza della celebrazione, richiamino e attraggano con il contagio dell’entusiasmo i fratelli e le sorelle scoraggiati, impauriti, da troppo tempo assenti o distratti”.
Giovanni Bernardi