Virginia Raffaele e Marco Travaglio del Fatto Quotidiano. Una bella coppia, in quanto ad ironia. Ironia in tutte le declinazioni possibili, fino a farla diventare sarcasmo. Cosa è successo? E’ successo che il narcisismo di Virginia Raffaele ha avuto la meglio sul silenzio e l’umiltà di saper chiedere scusa almeno a quelle persone che sono rimaste toccate dalla sua infelice ed illogica esternazione.
Ed alla fine lei ha deciso di parlare. Alle sue condizioni, tuttavia, con l’aiuto di un presunto ed inaspettato complice.
Ha parlato del suo siparietto sul palco di Sanremo, Virginia. Quello in cui mima un disco rotto e pronuncia il nome di satana per ben 5 volte nitidamente.
Parliamo di “siparietto” e non di sketch perchè questi ultimi sono divertenti, di solito, mentre il suo scioglilingua grottesco era solo la rappresentazione di qualcosa chiusa in sè stessa, fine a sè stessa, povera ed ottusa.
Ecco, la stupidità è il filo conduttore di questa storia: è la trama su cui s’intesse la strategia di Virginia. E allora, diciamo da subito, ironia per ironia: tra le caratteristiche del nemico c’è sicuramente quella di essere astuto ma ottuso, canzonatorio e orgoglioso. Tra i suoi fini c’è l’ostinata volontà di far credere che non esiste.
Il problema è, che essendo stupido, per quanto possa tentare di nascondersi, si tradisce e non potrebbe fare altrimenti in quanto tutto è stato scritto sulla sua fine. Perchè? Perchè è nella sua superbia che si dimostra un irrealizzato perenne.
Irrimediabilmente. Sentendo parlare Virginia, si ha come l’impressione che non parli lei – è troppo intelligente, troppo spiritosa ed anche il partner di scena Travaglio lo è, tanto – ma a parlare sia uno stolto antico come il Mondo.
Una vecchia conoscenza, insomma. Lo abbiamo visto cadere come folgore, rotolare, nascondersi. E’ sempre lui, non cambia mai.
Come e con quale trucco hanno risolto l’impasse Virginia Raffaele e Marco Travaglio? Con una presunta intervista a tavolino, come se fosse stata concordate fra i due ad ogni passaggio. Scritta insieme ridacchiando, limando le parole, cercando la domanda più adatta alla replica più pungente. Lo scopo? Rispondere con una risata alle persone che chiedevano a Virginia di spiegare il senso di quel triste e inspiegabile siparietto. Perchè Virginia non può dire: “ho sbagliato, volevo essere divertente non ci sono riuscita. Mi scuso con chi si sente offeso“. No, lei molto probabilmente questo non può dirlo. Il punto è questo. Perchè dire una frase di quel tenore presuppone un rispetto verso i destinatari delle scuse e il male non è minimamente rispettoso del prossimo.
Ed è quello che Virginia probabilmente non può o non vuole concedere, facendo acrobazie su sè stessa, contorcendosi e rotolando nel vuoto di affermazioni che non fanno che confermare ancor di più la sua totale e forse voluta e obbligatoria mancanza di rispetto verso i tanti cristiani che erano spettatori del festival di Sanremo che sono rimasti feriti e toccati dalle sue parole.
L’inizio “dell’ intervista” rivela subito il presunto e continuato teatro tra i due. Virginia che sembra essere rimasta sul quel palco con l’intento di darci una seconda parte delle sua rappresentazione penosa e Travaglio lì, a credersi intelligente, moderno, ironico, sagace quasi e a suggerire le battute.
“Pronto, Virginia Raffaele?” Esordisce Travaglio, fingendo la telefonata nell’incipit de libello grottesco scritto a quattro mani fra i due. La risposta di Virginia spiega tutto: “Sì, un attimo soltanto ché c’ho una vergine sul fuoco e non vorrei si scuocesse“. Ma che trovata fenomenale. Bastava fermarsi qui perchè si era capito subito dove volevano andare a parare, i due.
Fantasiosi ma prevedibili. In altre parole: scontati. Niente è più puerile del pronunciare parole vuote e credersi intelligenti.
E intelligente crede di esserlo, assai, Marco Travaglio, che continua così: “Ecco, proprio di questo volevo parlarle. Con lo sketch di Sanremo in cui nomina per ben cinque volte satana fingendosi un grammofono inceppato sulla canzone Mamma di Beniamino Gigli, lei ha gettato la maschera con queste parole “In effetti, ora che ci penso, da piccola riuscivo a girare i piedi all’incontrario. Tant’è che ho ancora le rotule allentate. Avrei pure delle foto, ma non gliele do, sennò sono spacciata” che confermano tutte le preoccupazioni espresse da diversi e noti esorcisti lei non può e forse non deve chiedere scusa o ritrattare in alcun modo.
La risposta molto probabilmente concordata dai due parla subito il linguaggio della burla, dell’ironia cialtrona, facile, senza contraddittorio.
No, Virginia, non sei spacciata, viene da dire, ma sembri una persona senza anima e sopratutto rispetto verso il prossimo che di sicuro hai ferito, ma forse non ti interessa e allora va bene cosi, gli strani e i fuori luogo sono gli altri, bene.
“Sarebbe importante averle quelle foto: è la prova documentale – continua Travaglio – la pistola fumante della sua possessione fin da tempi non sospetti“. Marco ancora non si è annoiato di questa manfrina da bambini che si credono intelligenti. E non è stanca Virginia, che risponde a tono: “Impossibile. Le ha mia madre in soffitta. E quella è veramente l’inferno, quarto girone: quello dei disordinati. Però se dovessi ritrovarle all’improvviso qui in casa da me, vorrebbe dire che c’entra satana. Nel qual caso, sarà mia cura mandargliele”. E figurati se non si divertiva a pronunciare ancora una volta quel nome, Virginia, per gioco e per sfregio forse le piace nominarlo davvero???
“Vedendola coi piedi girati, i suoi genitori hanno mai pensato di portarla dall’esorcista?”. Domanda ancora Travaglio, che si sta divertendo un mondo. Virginia risponde: “Non proprio, che io ricordi. Però mi mandarono a scuola dalle suore. Come vede, sono in pieno conflitto d’interessi: ex allieva delle monache e satanista“. “Non faccia la furba – finge d’incalzarla Marco Travaglio – L’Associazione Nazionale Esorcisti l’ha sgamata: lei ha “trasformato il palco di Sanremo in un inquietante pulpito da cui per ben cinque volte si invoca il nome di satana e si ridicolizzano le persone che soffrono a causa del demonio”.
E qui Virginia finge una frase seria e dignitosa. Forse la frase che le era venuta in mente prima che l’idea di ridere, deridere e sbeffeggiare avesse il sopravvento:
“A me dispiace sempre, quando qualcuno soffre, o si offende, o ci rimane male. Ma sono troppo ironica per lasciarmi trascinare in una polemica così tetra e lugubre, oltreché surreale. Io preferisco farmi una risata, ovviamente satanica…’. No, non ti dispiace, Virginia, altrimenti avresti chiesto scusa. E invece continui con questa scontata r triste intervista, con Travaglio che continua: “Lei ha usato l’incolpevole Beniamino Gigli e la sua innocente Mamma per evocare belzebù“.
E qui la risposta di Virginia è sconvolgente davvero. Cosa dice la Raffaele: “E questo rende tutto molto rock and roll. Non solo era rock il mio sketch, che ironizzava con un back musking, un’illusione uditiva, sugli esperimenti anni 70 di chi ascoltava certi brani a rovescio, dai Beatles ai Rolling Stones, dagli Eagles agli AC/DC, dai Pink Floyd ai Led Zeppelin, ad Alice Cooper a Ozzy Osbourne, e vi trovava tracce di invocazioni demoniache e incitamenti a strani riti...” puntualizza Virginia come a voler finalmente spiegare il motivo della sua trovata sul palco di Sanremo e chiudere una “polemica surreale”. Perchè qui Virginia riesce ad imitare perfettamente una persona che non sa affrontare le conseguenze di quel che ha fatto in piena consapevolezza.
Perchè il satanismo nel rock è stato tutt’altro che una “polemica surreale”. E l’ironia di cui parla non contempla la declamazione di quel nome cinque volte. Sarebbe stata ironica se avesse declamato con voce distorta il nome di “Salvini“, per esempio, per deridere lui e chì l’ha definito un demonio per aver chiuso i porti. Ecco, poteva essere un sarcasmo bipartisan verso il nemico politico di Sanremo e verso i “bigotti” che ancora usano parole degne del Medioevo. E invece no: lei ha declamato 5 volte quel nome. Così, per “ironia” verso i rocker degli anni ’70, dice. Una scusa contorta, verrebbe da dire a noi. Se una delle qualità di un artista che vuole far ridere è quella di essere immediatamente comprensibile, perchè Virginia ha usato un’ironia così oscura tetra e malevola? Non ha avuto l’intuito, da donna dello spettacolo, di non essere compresa o di essere fuori luogo? O ha corso il rischio di essere fraintesa, per il gusto della sfida, e dopo correre a rifugiarsi nel sarcasmo e nelle scuse contorte?
E’ il turno di Travaglio ora, che deve fare l’elenco di quei “bigotti” che avrebbero dato peso allo sketch della conduttrice: “Illusione uditiva un corno (senza offesa). È intervenuto anche il vicepremier Salvini. Dice che “condivide le preoccupazioni” degli esorcisti e che “non bisogna sottovalutare il problema”. L’ex ministro del Pd Beppe Fioroni e il senatore forzista Maurizio Gasparri si attendono da lei una risposta chiarificatrice. Dica la verità: lei mi sottovaluta il problema“. Qui è Virginia che regge il gioco a Travaglio. Afferma e non troppo velatamente che non può rispondere a domande anormali, evidentemente poste da persone degne di quelle domande:“Chi, io? Ma nemmeno per sogno. Solo che ho un problema: non ho proprio capito qual è il problema…non ho capito la domanda. Se me ne fanno una normale, magari la capisco e rispondo. Lei l’ha capita?”
E qui Travaglio la segue e lei segue Travaglio. perchè devono finire di declamare la lista dei “bigotti”. “E comunque Gasparri dice che è lei che “deve chiarire il mistero” afferma il buon Marco, con lei che risponde: “Ma i misteri non si svelano, sennò che misteri sarebbero“. La lista è quasi finita, ci pensa Travaglio a non trascurare nessuno: “Il senatore leghista Pillon trova grave che lei invochi satana “davanti a tanti minori”. Virginia risponde: “A me, più che i minorenni, preoccupano certi maggiorenni in circolazione. Roba che i minori non dovrebbero più uscire di casa. Ma poi che vogliamo fare: vietare ai minori pure L’Esorciccio? O Il marchese del Grillo per l’esorcismo a Gasperino il carbonaro? O Amici miei atto III con il Adolfo Celi travestito da diavolaccio che spaventa a morte il Bernard Blier? Io mi ammazzo dal ridere”. Virginia la butta in caciara, insomma, e invoca in sua difesa la commedia italiana. Peccato che negli esempi citati contesto, linguaggio e scopo fossero in tutto diversi.
“Tutta qui, la sua autodifesa?” continua Travaglio e lei batte sullo stesso tasto: “Sì, perché non capisco l’accusa!” Ma ad un tratto Virginia crede di aver trovato da dove provengono le perplessità su di lei. E ricorda la sua imitazione delle criminolga Bruzzione: “… Ora che ci penso, nei miei vecchi sketch, la mia Bruzzone parlava spesso di diavoli. La fiammiferaia di satana, la maestra di belzebù, la lavandaia del demonio che smacchia male le camicie… Dev’essere partito tutto di lì“.
Qualche altra battuta tra i due, per non buttare nulla delle cose divertenti che credono di aver trovato cianciando nel trovare modi e maniere del loro capolavoro comico: “Dica la verità: quando si riunisce con le sue colleghe streghe per i sabba?” chiede Travaglio e la Raffaele risponde: “Solo di sabbato“. E ancora: “Avrà in casa il kit delle messe nere, spero. Tipo le candele nere”. Risponde ancora Vriginia: “No, solo rosa: sarà grave?“. “Divertente” tutto questo al punto che sembrano due quindicenni.
La molto probabile finta intervista si conclude come era iniziata, con Travaglio che apparecchia la frase concordata: “Sul palco dell’Ariston lei era posseduta“. E Virginia risponde: “Forse lo spiritello ne ha approfittato per entrarmi dentro in quell’istante lì. Sa come sono fatti: sono tremendi. È inutile che insista, tanto neanche lei riuscirà a farmi perdere l’ironia e il buonumore. Io spero di essere posseduta – e su questo participio non accetto battute – soltanto dal sacro fuoco del mio lavoro. Ora vado, perché ho belze a cena. Quello mangia tutto alla griglia, sennò poi chi lo sente… Tremate, tremate, le streghe son tornate!”.
Il cerchio si chiude, dunque, con Virginia dentro quel cerchio. Piena di ambizione, di talento ma a nostro modo di vedere sembra proprio voler confermare il tipico atteggiamento del male, superbo e incapace di chiedere a scusa anche sapendo di averlo fatto, a dirla tutta sembra quasi si trattasse di una vera “amica del male”: una povera creatura che ha negato l’evidenza, si è contorta ed è fuggita senza preoccuparsi di nessuno. Ma forse è un’imitazione anche questa, no…?
Preghiamo per Virginia Raffaele e la sua conversione.