Padre Paolo Carlin è un Cappuccino ed un esorcista, nelle Diocesi di Ravenna e Faenza, nonché portavoce dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti.
Sappiamo già che il demonio non può farci nulla, se ricorriamo alla preghiera e a Maria. Padre Carlin lo specifica anche nel suo libro “De cura obsessis”, in cui precisa anche: “Dall’esperienza pastorale risulta che la superstizione e la magia convivono con il progresso scientifico e tecnologico … Le pratiche superstiziose e magiche assumono una loro valenza acquistando una patina di scientificità e di credibilità, suggerendo collegamenti con la medicina, la psicologia, la psichiatria, l’informatica.
A fronte di questa realtà, lo scopo di questo nostro scritto è di fornire alcuni utili riferimenti e criteri per difendersi e riconoscere l’immenso mare variegato di inganni che il maligno opera, e alcuni strumenti di difesa e di liberazione dai suoi attacchi occulti o manifesti nella nostra vita”.
Per noi laici, bombardati da tante notizie che poco hanno a che fare con la fede autentica, è importante scorgere “indizi che da sempre sono ritenuti dalla Chiesa come segni di una possessione demoniaca. Come parlare correntemente lingue sconosciute, in particolare quelle bibliche (latino, greco, aramaico), manifestare forze superiori alla condizione fisica e all’età, repulsione per tutto ciò che riguarda il sacro o mette in contatto con il divino, fenomeni particolari come la materializzazione degli oggetti, escono dalla bocca vetro, batterie, lamette, spago, liquidi, e un fenomeno rarissimo che contrasta con le leggi della fisica: la levitazione”.
Tutte queste cose non accadono perché un essere umano sia davvero in grado di disporre di poteri straordinari, ma per incidenza spirituale. Per comprenderne la natura, è necessario rivolgersi a chi, nella Chiesa, può aiutarci nel giusto discernimento.
I casi di possessione, infatti, solo riservati agli esorcisti e ai Vescovi di ogni Diocesi. Lo Statuto dell’AIE (Associazione Internazionale degli Esorcisti) spiega, nel dettaglio, la proceduta consentita. “C’è una procedura nell’esorcismo che inizia con l’aspersione dell’acqua benedetta e la recita delle litanie dei santi, la proclamazione del Vangelo di Giovanni, l’imposizione delle mani, la formula invocativa, a cui segue la formula imperativa con la quale si chiede a satana di uscire da quella persona e il canto di ringraziamento. Sono le formule ufficiali e non prevedono interpretazioni personalistiche del rito”.
Chiunque le utilizzi senza l’appoggio della Chiesa rischia di sollecitare le forze malefiche. Solo la Chiesa, e chi da essa è autorizzato, può affrontare satana, poiché, durante il rito, può disporre della forza salvatrice del Corpo Mistico del Signore Gesù Cristo e della sua potenza liberatrice.
Antonella Sanicanti
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