Fa discutere lo spot sulla donazione degli organi australiano in cui Gesù risponde ai legionari romani assicurando loro che si offrirebbe per la donazione.
In Australia la percentuale dei donatori effettivi (il 34%) è sensibilmente più bassa di coloro che si dicono disposti a donare i propri organi in caso di decesso prematuro (80%). Questo ha spinto il sistema sanitario australiano a ideare uno spot per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di tale gesto di generosità, ma il risultato di questo sforzo umanitario ed insieme creativo ha generato non poche polemiche.
Non poteva che essere così, visto che protagonista dello spot è Gesù Cristo in croce e che la scena sfiora (se non tange) la blasfemia. Nello spot Gesù si trova infatti in punto di morte e i due legionari ai suoi piedi discutono sulla donazione di organi, finché non gli chiedono un parere sulla questione. Gesù risponde loro che ovviamente sarebbe disposto alla donazione ed i due gli porgono prima uno smartphone per fargli firmare la liberatoria, quindi si fanno un selfie insieme.
Spot donazione organi: le polemiche e la spiegazione del regista
Era inevitabile che uno spot che gioca sulla crocifissione di Cristo generasse polemiche sull’opinione pubblica e di fatti così è stato. In molti hanno ritenuto che lo spot, sebbene fosse stato ideato per colpire e fare discutere sulla donazione di organi, si fosse spinto troppo oltre e che le immagini così proposte fossero offensive nei confronti dei cristiani.
Dato il polverone generato, il direttore dello spot, Richard Bullock, ha quindi risposto alle critiche sottolineando come volesse in effetti generare una discussione sull’argomento proprio utilizzando delle immagini provocatorie ed ha aggiunto anche la motivazione: “Questo è davvero difficile visto che nessuno vuole sollevare questioni riguardanti la morte e la donazione di organi in occasioni informali, come durante una cena o a un ritrovo tra amici”.
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Luca Scapatello
Lo spot integrale