Il tribunale di Lucca ha autorizzato il cambio anagrafico di genere a un sedicenne, la scandalosa sentenza che ha scatenato furibonde reazioni.
La “lezione inglese” non è bastata. Mentre oltremanica, il caso di Keira Bell ha segnato un cambio di rotta sulla “transizione di genere” per gli adolescenti, in Italia, i magistrati sembrano più che mai entusiasti di questa possibilità.
Accade, dunque, che il Tribunale di Lucca ha autorizzato un sedicenne a cambiare nome e genere sui documenti, in assenza di qualunque forma di intervento chirurgico per il cambio di sesso.
“Il ricorso alla modificazione chirurgica dei caratteri sessuali – si legge nella sentenza – risulta autorizzabile in funzione di garanzia del diritto alla salute, ossia laddove lo stesso sia volto a consentire alla persona di raggiungere uno stabile equilibrio psicofisico”.
Prima dell’autorizzazione del Tribunale di Lucca, il ragazzo, autorizzato dai genitori, è stato sottoposto alle necessarie perizie mediche, senza però attestare la necessita di un cambio di sesso. L’elemento di novità in questa sentenza non è nel contenuto ma nella minore età del soggetto coinvolto, che rappresenta un precedente.
“Per ottenere la rettificazione del sesso nei registri dello stato civile deve ritenersi non obbligatorio l’intervento chirurgico demolitorio e/o modificativo dei caratteri sessuali anatomici primari”, ha spiegato il giudice.
“Invero, l’acquisizione di una nuova identità di genere – prosegue il magistrato – può essere il frutto di un processo individuale che non ne postula la necessità, purché la serietà ed univocità del percorso scelto e la compiutezza dell’approdo finale sia oggetto, ove necessario, di accertamento tecnico in sede giudiziale”.
A sostegno di questa decisione, il Tribunale di Lucca ha attinto ad una sentenza della Corte Costituzionale del 2015, che stabiliva non necessario l’intervento chirurgico ai fini del cambio anagrafico di sesso.
La decisione del Tribunale di Lucca ha suscitato la reazione contrariata del senatore Simone Pillon (Lega), che, alludendo al caso inglese, ha affermato: “Mentre le avanguardie fanno rapidamente marcia indietro, noi inseguiamo come idioti le sirene delle ideologie, autorizzando disastrosi esperimenti sulla pelle dei ragazzi”. Pillon ha quindi annunciato che chiederà alla Commissione Infanzia e Adolescenza di “occuparsi della vicenda”.
L’adolescente protagonista della vicenda giudiziaria lucchese ha la stessa età – 16 anni – della giovane britannica Keira Bell, quando avviò la cura ormonale per il cambio di sesso. Visti i danni irreversibili riportati nella sua transizione di genere, Keira, oggi 23enne, intraprese una battaglia legale, assieme ad altri giovani danneggiati in circostanze analoghe.
Il contenzioso si concluse alla fine dell’anno scorso con la condanna al risarcimento danni da parte della clinica Tavistock di Londra, che aveva avviato le cure ormonali e le transizioni di genere sui ragazzi. Una sentenza storica di cui però i giudici lucchesi non sono a conoscenza o che, più probabilmente, hanno voluto snobbare.
Luca Marcolivio
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