Mentre il presidente francese Emmanuel Macron è sempre più solo davanti al movimento popolare-populista dei Gilets jaunes, uno dei suoi ministri più in vista, Marlène Schiappa (nomen omen), non ha meglio da fare che occuparsi, per l’ennesima volta, di lotta all’omofobia e al presunto dilagare delle discriminazioni.
La posizione di Marlène Schiappa
Così il 26 novembre scorso, a seguito di una riunione ad hoc del Consiglio dei ministri, a cui hanno preso parte numerose associazioni gay, la ministra per le pari opportunità e la lotta alle discriminazioni, ha annunciato una serie di azioni e strategie contro gli “atti LGBT fobici”. Questi atti, non ben definiti, secondo certe statistiche ufficiali, sarebbero in forte aumento, nella pur laicissima e tollerantissima Repubblica di Francia.
Il ministero ha contato per il 2017 non meno di 1026 vittime di “infrazioni a carattere omofobico o transfobico”, di cui però, precisa il documento, solo 262 a carattere fisico. E’ lecito chiedersi quindi se le restanti infrazioni non siano solo degli insulti poco garbati e poco civili.
L’indagine sulle aggressioni
Secondo una indagine IFOP citata dal governo, oltre il 50% delle persone con tendenze omosessuali avrebbe subito delle aggressioni, fisiche o morali, nel corso della propria vita. Ma anche qui è lecito pensare che i numeri siano un po’ gonfiati, specie se si resta nel vago quanto ad aggressioni cosiddette morali. Anche il 50% ed oltre della popolazione eterosessuale infatti potrebbe dichiarare di aver subito, nel corso della propria vita, insulti, ingiurie o maltrattamenti. La stragrande maggioranza delle violenze (furti, rapine, stupri, omicidi) ha per vittima una persona eterosessuale: e questo sia in Italia che in Europa e nel resto del mondo.
L’assurdo
L’assurdo è il seguente. Proprio mentre l’economia francese registra una situazione critica nella crescita e una crisi sia nel settore agricolo che industriale, con una disoccupazione piuttosto elevata, e proprio mentre la gente comune si ribella alle nuove tasse imposte da Macron, come quella sulla benzina che ha di fatto creato il movimento apolitico dei Gilets jaunes, si parla impunemente di nuove discutibili spese.
Nero su bianco, sul sito ufficiale del governo, dietro le pressioni congiunte della Schiappa e dei gruppi omosessualisti, è questione di un fondo da stanziare di 1.500.000 euro l’anno per far fronte all’omofobia e alla transfobia. Queste sarebbero le priorità di un governo, come quello francese, che si pone come leader in Europa. Significa evidentemente non avere più il buon senso.
Il governo Macron “combatterà i discorsi di odio”
Il governo Macron, si legge, “combatterà i discorsi di odio”, anche “rivedendo la legislazione” in particolare, ma non solo, nel campo dei social e del web.
Tra le iniziative già approvate c’è poi una campagna di stampa che da gennaio 2019 combatterà il cosiddetto l’odio anti LGBT; si parla apertamente di rafforzare “l’arsenale legislativo e penale” nella lotta antidiscriminazione, senza peraltro specificare se sarà ancora lecito preferire concettualmente la famiglia tradizionale e sostenere la cosiddetta eteronormatività, o se già questo sarà considerato prossimo al reato; ci sarà una formazione più ampia di polizia e gendarmi ai crimini detti di odio; inizieranno “delle formazioni obbligatorie dedicate alla lotta contro le LGBT fobie che saranno messe in moto nell’insieme delle scuole pubbliche”, anche mediante l’intervento di attori dei movimenti omosessuali e transessuali… Può bastare per i nostri lettori. Si vuole insomma, con la scusa dell’odio e della violenza (gonfiata ad arte) indottrinare la gioventù, portandola a credere che la famiglia tradizionale sia superata e che oggi ci siano nuove tipologie di famiglia. Ma se tutto è famiglia, nulla lo è più: e infatti, proprio mentre si esalta ogni tipo di ‘amore’, si divorzia sempre di più e ci si sposa sempre di meno.
A che serve infatti contrarre matrimonio legale e legittimo se basta amarsi per essere, ipso facto e ipso iure, una famiglia? Le leggi che reprimono l’odio, in realtà reprimono la famiglia (biblica e cristiana): si può asserire senza timor d’errore che le leggi contro l’odio sono in verità leggi contro l’amore.
Una seconda cosa poi è sicura: non saranno queste strategie del tutto ideologiche, ed espressione di minoranze ipertutelate, a far recuperare al governo Macron-Schiappa il consenso scemato ai minimi storici. Anzi oggi le nazioni hanno bisogno di famiglie stabili, di figli numerosi e ben educati, di genitori autorevoli e responsabili, non di arcobaleni mentre c’è la tempesta.
Non si dice poi, ipocritamente, una ben nota verità. La maggior parte delle vere violenze fisiche registrate nei mesi scorsi in Francia a danno di gay o di lesbiche a passeggio, aveva per protagonista negativo non un francese omofobo (bianco, cristiano, razzista: insomma cattivo per natura), ma piuttosto uno dei tantissimi francesi recentemente acquisiti (arabi, mussulmani e poco amanti della cultura francese ed europea).
Il che fa capire che perfino la discutibile lotta alla cosiddetta omofobia vale come specchietto per le allodole del politicamente corretto, ma gli interessi di fondo degli anti-populisti sono altri. Tra questi spicca il desiderio di cancellare la tradizione cristiana e sostituirla con il laicismo di Stato.
Antonio Fiori