Ci giunge notizia che Scientology abbia ben 3 sedi in Sardegna, precisamente a Cagliari, a Olbia e a Nuoro, “con circa 300 fedeli”.
Nicola Oi è il Presidente della chiesa di Scientology, in Sardegna, e ribadisce, a gran voce, che non si tratta di una setta: “Chi lo dice, non ci conosce. Chi invece sa cosa facciamo, spende per noi solo belle parole”. “La mia esperienza, in genere, è di poche persone, in poche circostanze, che hanno espresso pareri sfavorevoli dettati dal non aver conoscenza in alcun modo di Scientology”.
In realtà, Scientology non è nemmeno una religione, in quanto non ha un Dio in cui credere.
“La parola spiega il cammino che una persona intraprende, quando studia e approfondisce le scritture del suo fondatore, Ron Hubbard, ossia l’unione delle parole “scio” e “logos”, quindi possiamo definire Scientology come lo studio della conoscenza”.
Come facciamo, allora, a non chiamarla setta e perché mai dovremmo studiare e apprezzare le parole del suo fondatore, come se fossero unica fonte di verità?
Ricordiamo che il tanto osannato (dai seguaci di Scientology) L. Ron Hubbard (1911-1986) fu, a più riprese, accusato di far passare per scientifiche le sue teorie arbitrarie, di spacciare per vere delle storie inventate, poiché era anche uno scrittore di fantascienza; fu accusato anche di spionaggio, tanto da essere allontanato e ritenuto persona non gradita, in molte circostanze e ambienti dell’epoca.
“Innanzitutto l’uomo è un essere spirituale, questo è il valore cardine. Il concetto dell’anima è spostato su ciò che la persona è. Lo spirito, in altre parole, non è inteso come qualcosa che si possiede, ma come qualcosa che si è”, dice Oi.
“Quella (la religione cristiana) prevede la resurrezione della carne: si parla di vita riferendosi a quella di tutti i giorni, più legata a concetti materiali che spirituali. Non che la spiritualità non venga contemplata, ma per Scientology il concetto viene completamente spostato rispetto alla religione cristiana: la persona è un essere spirituale”.
Ma Hubbard descriveva la natura spirituale dell’uomo, come indipendente dal corpo e dalla mente. Lo spirito userebbe la mente e il corpo per agire nel mondo, pertanto, dopo la morte, rivivrebbe in un altro corpo e cosi via, esprimendo la sua natura immortale.
Si parte da questo concetto, per arrivare ad affermare che le potenzialità dell’essere umano/spirituale sono maggiori di ciò che si pensa; sarebbe anche in grado, lo spirito di ognuno, di guarire con la forza del pensiero e potrebbe lasciare il corpo fisico per viaggiare nello spazio in forma incorporea.
Se non abbiamo ancora accesso a questi “poteri”, è perché siamo colpevoli di crimini, attribuibili a vite passate, o perchè vittime di traumi psicofisici subiti.
Scientology non ha dogmi, ma regole interne e celebra matrimoni, battesimi e funerali; non ha profeti (se non Hubbard), ma si organizza in chiese; non ha un Dio (se non l’uomo stesso che si evolve e acquista poteri), ma si dice una religione.
Continua Oi: “Non abbiamo i dieci comandamenti, che altro non sono se non un codice morale, ma codici interni, uno è composto da 16 punti, ed etici. Abbiamo un credo e gli strumenti, affinché le persone abbiano una guida. La via della felicità è la nostra guida al buonsenso, usata da ogni scientologist”.
E in merito a Dio, dicono: “Non è personalizzato, non è identificato come uomo, ma è un’esperienza alla quale la persona arriva tramite la conoscenza. In questa maniera resta, la porta aperta al fatto che l’individuo sia libero di credere al Dio della cristianità e pur sempre godere della conoscenza di Scientology, così come un musulmano può continuare a professare l’islam, ma nello stesso tempo approfondire la conoscenza di Scientology”.
Dunque, Scientology sarebbe una religione che permette di professarne altre?
Certo, ci vuole molto più di questo articolo per comprendere la filosofia che convince coloro che appartengono a Scientology, ma sappiamo che essi credono che, solo attraverso i mezzi e le direttive del “gruppo”, si potrà comprendere la natura e la gravità degli eventi problematici della propria esistenza, risolverli e progredire, spiritualmente parlando, verso uno stato di maggiore potenza spirituale.
Questi percorsi, offerti da Scientology per “guarire”, sono a pagamento. Coloro che soffrono principalmente di bassa autostima e problemi relazionali sono i più reclutabili dal “gruppo”.
Antonella Sanicanti
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