Spesso la scienza sorprende anche gli atei più agguerriti, offrendo incredibili dimostrazioni della verità di fede. Ora potrebbe toccare all’immortalità dell’anima.
L’ateismo, infatti, ragiona secondo le sue logiche, e spesso chi si crede aperto a qualsiasi cosa, finisce per chiudersi a ciò che di più grande può conoscere l’uomo. Vale a dire, l’amore del Signore, la strada della Redenzione che Lui ci ha mostrato, quella della Vita eterna.
Di fronte però a ogni verità di fede a cui credono i cattolici, l’ateo dice: è tutto falso. Perché lo dice la scienza. Ma quando la scienza mette in dubbio l’ateismo, spiegando che le verità credute dai fedeli, sono scientificamente dimostrabili?
La domanda sorge spontanea dopo l’articolo pubblicato sul sito Reccom Magazine. In questo testo, come riporta il sito lanuovabq.it, si parla di quella che viene definita “illusione della morte”. E si spiega che, anche secondo la scienza, e in particolare secondo la visione dell’universo che emerge dalla fisica quantistica, pare che “nell’universo quantico esistiamo a tempo indeterminato”.
A spiegarlo è il fisico e matematico di Oxford Roger Penrose. L’affermazione scaturisce dai risultati del Max Planck Institute di Monaco. I ricercatori del prestigioso istituto tedesco, infatti, al termine dei loro impegnativi e approfonditi studi sono giunti a una conclusione incredibile. Che cioè “l’universo fisico in cui viviamo è solo una nostra percezione e una volta che i nostri corpi fisici muoiono c’è un’infinità oltre”.
Il fisico avrebbe quindi spiegato che, con la morte, “il corpo muore ma il campo quantico spirituale continua. In questo modo siamo immortali“. Una sorta quindi di prova scientifica della vita eterna. “Esiste un numero infinito di universi e tutto ciò che potrebbe accadere si verifica in qualche universo”, spiega lo scienziato.
In sostanza, per Penrose la vita eterna non solo è la strada a cui siamo destinati, alla luce della fede nel Signore e nella Sua legge divina. Ma è ciò che la scienza dimostra con fatti e prove inequivocabili. Avute con una misurazione di laboratorio, legata all’energia sprigionata dal nostro corpo.
“Sebbene i singoli corpi siano destinati all’autodistruzione, il sentimento vivo, il “chi sono io?”, è solo una fonte di energia da 20 watt che opera nel cervello. Ma questa energia non va via alla morte”, spiega lo scienziato. Insomma, si tratta di “uno degli assiomi più sicuri della scienza”, spiega. Quello cioè in cui si afferma “che l’energia non muore mai; non può né essere creata né distrutta”.
Ci si chiede allora quale sia l’origine di quei pochi watt di energia. Da dove arrivano? Chi ce li manda? Chi accende la scintilla primigenia? E per quale ragione, la scienza dice che se “il paziente non viene rianimato e muore, è possibile che questa informazione quantistica possa esistere al di fuori del corpo, forse indefinitamente, come anima“?
La domanda, anche gli atei più agguerriti, dovranno pur porsela. Preghiamo affinché anche gli scienziati più increduli possano aprire il loro cuore all’unica Via di Verità e Salvezza, quella dell’amore, che il Nostro Signore ci ha donato fino al sacrificio estremo.
Giovanni Bernardi
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