Nel 1947 il vescovo Fulton Sheen profetizzò le mosse dell’Anticristo per ingannare le anime e portare gli uomini a sé.
Ma il grande pastore non mancò di suggerire anche le opportune “contromisure” da adottare contro il “principe di questo mondo”.
Stava servendo messa come chierichetto al vescovo John Spalding quando gli cadde di mano l’ampollina del vino. Ma invece di rimproverarlo il vescovo gli disse: «Dì a tua madre che un giorno andrai a studiare a Lovanio e poi diventerai vescovo, come me». Quel bambino, che allora aveva appena otto anni, si chiamava Fulton John Sheen. Nato a El Paso, nell’Illinois, l’8 maggio 1895 da una famiglia di origini irlandesi, sarebbe diventato prete a 24 anni e vescovo a 56, nel 1951.
Fulton Sheen diventerà uno dei più grandi pastori americani, capace di usare con una padronanza forse mai vista prima i nuovi mezzi di comunicazione (radio e televisione) per evangelizzare. Nel 1930 la NBC lo invita a tenere un programma radiofonico, “L’ora cattolica”, che lo renderà noto in tutti gli Stati Uniti. Nel 1950 approda anche in televisione con la trasmissione “Vale la pena di vivere”.
Si spegnerà il 9 dicembre del 1979. Pochi mesi prima, celebrando il 60° anniversario di sacerdozio, aveva detto: «Non è che io non ami la vita, ma ora voglio vedere il Signore. Ho passato tante ore davanti a Lui nel Santissimo Sacramento. Ho parlato a Lui nella preghiera e di Lui con chiunque mi volesse ascoltare. Ora voglio vederlo faccia a faccia».
Fulton Sheen e i segni dei tempi
La Chiesa oggi ricorda questo grande pastore e predicatore, già dichiarato Venerabile e del quale si aspetta la beatificazione. Proprio durante uno dei suoi famosi sermoni alla radio, il 26 gennaio del 1947, durante una trasmissione intitolata “Light Your Lamps” (Accendete le vostre lampade), il vescovo Sheen si era soffermato sui “segni dei tempi” (come titolava la puntata). L’anno successivo l’intervento sarebbe apparso – in una versione più estesa – nel libro Comunismo e coscienza dell’Occidente.
In quella occasione Sheen aveva profetizzato la fine del vecchio liberalismo, razionalistico e individualistico, e la fine di un’epoca di indifferenza religiosa. La nuova epoca, aveva detto Sheen, sarebbe stata caratterizzata dalla passione religiosa. Ovvero dalla passione per un assoluto.
Ma questo passaggio da un’epoca non-religiosa e una religiosa non necessariamente sarebbe stato positivo. Tutt’altro. Sì, perché il vecchio liberalismo poteva funzionare soltanto «in una società che ha una base morale e in cui i relitti del Cristianesimo vanno ancora alla deriva per il mondo. Da un altro punto di vista, il liberalismo storico è un parassita della civiltà cristiana: una volta che il corpo al quale è attaccato cessa di essere il lievito della società, allora anche il liberalismo storico deve morire».
L’avvento di una civiltà anticristiana
Adesso Sheen vedeva avanzare una civiltà sì religiosa, ma «decisamente anticristiana». D’ora in avanti, come nell’immagine dei due stendardi di Sant’Ignazio di Loyola, l’umanità si sarebbe sempre più divisa in due campi contrapposti: «Il conflitto futuro si svolgerà tra l’assoluto che è il Dio-uomo e l’assoluto che è l’uomo-Dio: tra Dio fattosi uomo e l’uomo che si fa Dio; tra fratelli in Cristo e colleghi in Anticristo».
Come si sarebbe presentato l’Anticristo? Fulton Sheen passava in rassegna quanto scritto su questo tema da diversi altri scrittori (C. S. Lewis, Vladimir Solov’ëv, Fëdor Dostoevskij, Nikolaj Berdjaev, Paul Tillich, Heinrich Heine, Joseph Roth, Denis de Rougemont). E finirà per affermare che l’Anticristo sarebbe venuto, per così dire, sotto mentite spoglie. Non si sarebbe presentato come un servo di Satana, del “Principe di questo mondo”. No, sarebbe venuto come predicatore di pace, presentandosi come filantropo e amante dell’umanità.
«Nostro Signore – avverte Sheen – ci dice che egli sarà molto simile a Lui, che ingannerà perfino gli eletti – e di sicuro nessun diavolo di quelli che abbiamo visto nei libri illustrati riuscirebbe a ingannare gli eletti». La pace dell’Anticristo sarà una pace senza Cristo, una carità senza Cristo, tutta terrena.
La controchiesa: il corpo mistico dell’Anticristo
In altre parole, l’Anticristo sarà un simulatore, un finto santo. Ecco perché questo impostore «innalzerà una controchiesa che sarà una scimmiottatura della Chiesa, perché lui, il Diavolo, è la scimmia di Dio. Questa controchiesa avrà tutti gli aspetti e le caratteristiche della Chiesa, ma della Chiesa all’inverso e svuotata del suo contenuto divino.
Sarà un corpo mistico dell’Anticristo e rassomiglierà esteriormente al corpo mistico di Cristo».
Come fare per difendersi dalle inside della «controchiesa» anticristiana? Il vescovo americano aveva anche suggerito un programma di vita per combattere gli inganni dell’Anticristo: «Appendi un crocifisso a casa per ricordare che abbiamo una croce da portare, pregate il rosario ogni sera in famiglia, andate ogni giorno a Messa, spendete quotidianamente l’Ora Santa davanti al Santissimo Sacramento, specialmente nelle parrocchie i cui parroci sono consapevoli delle necessità del mondo e compiono atti di riparazione. Pregate San Michele Arcangelo, la Vergine Santa, perché le è stato dato il potere di schiacciare la testa del serpente. Preservate lo stato di grazia di coloro che hanno fede, e coloro che non ce l’hanno inizino a cercarla, perché nei tempi a venire ci sarà un solo modo perché le ginocchia smettano di tremare, e sarà quello di cadere su di esse e pregare».
L’unico rimedio: inginocchiarsi e pregare San Michele
L’invito del vescovo americano è chiaro: «Coloro che hanno la fede devono rimanere
nello stato di grazia, e coloro che non hanno né l’una né l’altra devono scoprire che cosa significano, perché nei tempi a venire non ci sarà che un mezzo per non vacillare sulle gambe, e cioè inginocchiarsi e pregare». L’unico modo di uscire da una crisi simile, aggiungeva, «è essenzialmente spirituale, perché il male non sta nel modo come abbiamo cura dei nostri libri, ma nel modo come abbiamo cura delle nostre anime».
Sheen insisteva in particolare su questa preghiera a San Michele Arcangelo, il principe delle milizie celesti:
«Michele, Michele, Michele dei potenti, Michele dei viandanti sulle montagne del Signore,
Disciplina il mondo e purgalo del marcio e della rissa, Comanda in tutto il mondo finché il mondo non sia tranquillo: Solo stabilisci quando il mondo sarà in pezzi — Ciò che non è in pezzi è il Verbo».
O ancora suggeriva questa invocazione a San Michele che attribuiva allo scrittore cattolico G. K. Chesterton:
«O Michele, Principe del mattino, Tu che un giorno sconfiggesti Lucifero il quale voleva diventare Dio, salvaci dal nostro mondo di piccoli dèi. Quando, una volta, il mondo scricchiolò per un sorriso di scherno in Paradiso, Tu insorgesti e trascinasti giù dai sette cieli il vanaglorioso che scherniva l’Altissimo».