Alcuni ricercatori sono convinti di aver trovato finalmente l’ubicazione geografica del Monte Sinai, luogo in cui Mosè incontrò Dio.
Si tratterebbe del Monte Jabal al-Lawz (2633 metri) situato nel nord est della Penisola araba al confine con la Giordania.
Il Monte Sinai è uno dei luoghi chiave della cultura ebraico-cristiana. In quel luogo, si narra nella Bibbia, Mosè ricevette da Dio la tavola con i dieci comandamenti. L’avvenimento si verificò immediatamente dopo l’esodo del popolo ebraico dall’Egitto, prima della peregrinazione senza fine nel deserto. Da anni secoli si pensa che l’ubicazione del Monte sia in Egitto. Sul Monte che prende il nome da quello descritto nella Bibbia è stato persino eretto il Monastero di Santa Caterina. Ogni anno milioni di fedeli si recano in quel luogo per pregare e visitare il luogo in cui Dio parlò con Mosè. Ma secondo la Doubting Thomas Research Foundation, il noto Monte si troverebbe altrove.
Già lo scorso anno la DTRF aveva pubblicato il resoconto delle proprie ricerche e sostenuto pubblicamente che il Monte Sinai in realtà si trova in Arabia Saudita. Il Monte sarebbe quello di Jabal al-Lawz (Monte delle Mandorle in italiano), situato nel nord est della penisola araba ed al confine con la Giordania. Quest’anno, come ulteriore prova della loro tesi, i ricercatori hanno pubblicato delle foto del Monte in cui vengono mostrate delle pietre con delle iscrizioni sopra.
Lo storico e linguista Miles Jones afferma che le scritte sono in “Proto-ebraico” e che su alcune delle pietre vi sia scritto “Yhaveeh” (uno dei nomi di Dio in ebraico). In alcune di esse si trovano anche segni di mani e piedi. Inoltre gli studiosi sostengono di poter datare le scritte al periodo dell’esodo dall’Egitto. Sicurissimo di aver trovato il Monte Sinai è il ricercatore Ryan Mauro che dopo la pubblicazione dello studio ha affermato: “Il vitello d’oro, la roccia spaccata, l’altare di Mosè, il sito di attraversamento del Mar Rosso; tutti questi pezzi devono adattarsi e si adattano a questo sito in un modo che nessun altro sito fa”. Conscio che gli scettici dubitano della veridicità dell’esodo, ha anche aggiunto: “gli scettici hanno dubitato del racconto storico della storia dell’Esodo a causa della mancanza di prove nel sito tradizionale di Santa Caterina, ma ciò che abbiamo trovato sembra corrispondere agli antichi racconti”.
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Luca Scapatello
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