Vi abbiamo parlato nel corso di queste settimane dei lavori svolti da un equipe di archeologi dell’Università Nazionale Tecnica di Atene sulla Basilica del Santo Sepolcro, un evento di portata epocale perché permetteva a degli uomini di osservare dal vivo quella che è ritenuta la pietra tombale originale in cui venne sepolto Nostro Signore Gesù Cristo dopo secoli.
Sia il capo progetto, Antonia Moropoulou, che uno dei più eminenti scienziati dell’equipe, Friederick Hiebert si erano definiti entusiasti di poter osservare un reperto così importante e che per esaminare tutto quello che era stato ritrovato bisognava lavorare duramente. Le dichiarazioni riportate da tutti i quotidiani si soffermavano su queste affermazioni, finché non è uscito un servizio del National Geographic in cui l’ex capo archeologo di Gerusalemme, Dan Bahat, instillava il dubbio sull’effettiva appartenenza del sepolcro a Gesù.
Quasi in risposta a queste affermazioni è stato pubblicato qualche giorno dopo un articolo su ‘Aleteia’ in cui si faceva riferimento ad alcune testimonianze riguardanti i lavori che descrivevano odori floreali e disturbi elettromagnetici che non consentivano il corretto funzionamento della strumentazione dell’equipe. Su queste informazioni si sofferma l’analisi del famoso giornalista Socci, egli invita alla cautela per quanto riguarda gli odori percepiti, e evidenzia come “I disturbi elettromagnetici” riscontrati dai restauratori possano essere collegati ad un altro fenomeno ben noto ai fedeli: l’Immagine sulla Sacre Sindone.
Per affermare il collegamento tra questi due fenomeni Socci riporta le parole di Tosatti (esperto teologo e studioso di reperti legati alla chiesa). Tosatti afferma che così come la Sindone anche la lastra tombale potrebbe aver conservato tracce della resurrezione di Nostro Signore. La sua tesi si basa su un recente studio scientifico attraverso il quale è stato dimostrato che una forte esplosione di luce può lasciare tracce simile a quelle che Gesù ha lasciato sulla Sacra Sindone. In questo studio è stato riprodotto un effetto simile attraverso dei laser particolari che in effetti hanno lasciato delle tracce simili a quelle trovate nella Sacra Sindone, da cosa sia stata generata l’esplosione di luce rimane tuttora un mistero.
Sorvolando sulla genesi del fenomeno di cui sopra (da fedeli si suppone che sia stata la volontà di Dio di lasciare un segno tangibile della risurrezione di suo figlio ai posteri), ci accodiamo alle riflessioni di Socci e Tosatti quando diciamo che l’ipotesi di un collegamento tra i due fenomeni non solo è affascinante ma se fosse confermata ci troveremmo davanti all’ennesima prova che quel sepolcro è stato teatro della resurrezione di Gesù.
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