Da settimane si parla del rientro a scuola, e le paure aumentano per possibili nuovi focolai. Già è arrivato il primo caso, e ora gli alunni devono restare a casa.
Alcuni professori della Marymount International School sulla Cassia sono in isolamento insieme a sessanta studenti dell’ultimo anno. Già nei giorni scorsi c’erano state le proteste dei ragazzi, a causa degli spazi giudicati troppo stretti, e ora è arrivata la comunicazione via mail della scuola che invita i ragazzi a restare nelle proprie case.
Soltanto da due giorni i ragazzi era tornati in classe, il 2 settembre. Alle 6.50 di mattina si sono visti recapitare una mail urgente. In cui c’era scritto che una compagna era risultata positiva al coronavirus. E che per questo i ragazzi, insieme ad alcuni professori, sono invitati a stare a casa.
Anche i genitori degli altri alunni hanno ricevuto una comunicazione più o meno simile, in cui veniva spiegato però che loro, a differenza degli altri, possono continuare a recarsi in classe perché grazie alle misure anti-contagio le classi a rischio sono state isolate.
Il Marymount International è un prestigioso istituto scolastico internazionale che si trova sulla Cassia, e che va dalle elementari al liceo. Oggi è diventata la prima scuola con un caso di Covid. Gli alunni si sono così visti in un battibaleno gettati in una situazione simile a quella dei mesi scorsi.
Sono ricominciate già da subito le video-lezioni, nonostante pensassero, e sperassero, fosse solo un lontano e triste ricordo di un duro evento. Invece no: la loro gioia di tornare a scuola e rivedere i compagni, dopo sei mesi e dopo avere compreso il valore e la bellezza della scuola e della socialità, si è subito dovuta interrompere.
Ora sono di nuovo tutti a casa, sotto il monitoraggio della Asl Roma 1. Bisognerà aspettare sette giorni per la verifica di eventuali sintomi, dopodiché sarà possibile effettuare i tamponi. I giovani si sono lamentati con il dirigente scolastico chiedendo maggiore sicurezza nella ripresa della attività, o il rischio è che casi simili si possano verificare più volte durante l’anno, almeno finché la pandemia non sarà del tutto sconfitta.
L’allarme degli spazi era stato già segnalato. Ora anche le chat dei genitori dei ragazzi, tutti figli dell’alta borghesia romana e da professionisti stranieri, sono esplose, come scrivono alcuni giornali locali.
Tutti sono preoccupati, chiedono spiegazioni, chi ha deciso di isolarsi spontaneamente. Anche le mamme e i papà, in ogni caso, se la sono presi con la scuola. La studentessa è infatti rientrata in classe dopo avere notato alcuni sintomi e prima di avere ricevuto l’esito del tampone.
Certo è che buona parte delle cause dell’accaduto sono anche da ricercare in normative diffuse a livello nazionale molto poco chiare. I protocolli, che la scuola pare abbia seguito nella maniera migliore possibile, pare non abbiano dato alcuni dei risultati sperati. E tutto ciò, sicuramente, non migliora la situazione, gettando ancor più nello sconforto i diretti interessati a tutti i livelli.
Il rischio è che eventi del genere, tra alcune settimane, saranno all’ordine del giorno.
Giovanni Bernardi
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