Scuola, i presidi sulle barricate contro il governo. La situazione è complicata e il rientro a settembre sarà un vero e proprio test.
Il Comitato tecnico scientifico ha incontrato i presidi delle scuola italiane per parlare del ritorno a settembre, ma le conclusioni sembrano tutt’altro che avere trovato un accordo, e il clima appare nel poco disteso. Si è discusso di protocolli e delle misure da adottare per mettere in sicurezza la scuola.
Il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli è ben cosciente che a settembre le scuole si troveranno di fronte un lavoro enorme. All’uscita dall’incontro, ai giornalisti che gli chiedevano se è soddisfatto ha risposto in maniera tutt’altro che ottimista.
“La scuola italiana ha lacune da colmare enormi, che si sono accumulate nel tempo. L’emergenza di questo virus ha sicuramente mostrato in tutta la sua evidenza le problematiche“, ha spiegato Antonelli.
“Facciamo il possibile dice, ma le strutture sono inadeguate, le aule spesso piccole. Ma sulle responsabilità dei dirigenti scolastici non riteniamo sufficiente quanto previsto dal decreto legge 23/2020 ci preme la revisione del profilo di responsabilità penale datoriale che incombe sui dirigenti scolastici”.
Insomma, il tema è che c’è molto da fare e che a tal fine bisogna rimboccarsi le maniche fin da subito. Ma allo stesso tempo la sensazione è che non sia quella la strada che si sta imboccando. C’è chi vede la situazione come una lotta contro i mulini a vento, e con strumenti in mano assolutamente insufficienti.
Il commissario per la ricostruzione nominato dal governo, Domenico Arcuri, ha affermato che “dal 14 settembre saranno distribuiti 11 milioni di mascherine e 170mila litri di gel igienizzante alla settimana tra tutte le scuole italiane”. Ma è evidente che tutto ciò non solo non basta, ma è quasi inutile. Serve un progetto serio che comprenda molti aspetti delle problematiche che vive la scuola italiana da ben prima della pandemia. E che ora si sono aggravate terribilmente.
Per questo c’è bisogno di rendere oggi, di fronte alla pandemia, la scuola accessibile. Le responsabilità di tutto questo sono grandissime, perché da ciò dipende il superamento dell’attuale situazione di crisi, nel presente, ma anche il futuro dei nostri figli. Perdere un altro anno di scuola per molti ragazzi, specialmente i più giovani, può essere devastante.
E l’Italia oggi sembra essere molto indietro rispetto agli altri paesi europei, anche nel mondo in cui la scuola sta affrontando il coronavirus. Molte mamme affermano che in queste condizioni, con la didattica online e i figli a casa, saranno costrette a lasciare il lavoro. Il 30 per cento delle mamme lo ha affermato chiaramente.
Tra i banchi dell’opposizione, in Parlamento, ciò viene vista come un vero e proprio fallimento del governo e una bocciatura della politica da parte delle stesse famiglie italiane. L’unico provvedimento infatti preso dal governo, al di là della lista di comportamenti e procedimenti da adottare in caso di contagi a scuola, è quello dei famosi “banchi con le rotelle”. Che però ora, ha spiegato Arcuri, pare che arriveranno a ottobre.
“Se in alcuni istituti i banchi dovessero arrivare, oltre il 14 settembre, cercheremo una soluzione compatibile. In alcuni casi si dovrà ricorrere alla didattica a distanza”, ha affermato Giannelli. “In molte scuole poi le aule sono piccole. In quel caso anche i banchi monoposto risulterebbero inutili“.
Giovanni Bernardi
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