A settembre quasi dodici milioni di studenti torneranno a scuola, in classe ma le indicazioni presentate dal Miur lasciano più di una incertezza.
Il ministero infatti ha diffuso le sue linee guida sull’inizio dell’anno scolastico, in cui viene lasciato ampio margine di autonomia decisionale in mano ai singoli istituti. Così, a poco più di un mese dal ritorno in classe, i dirigenti si stanno preparando al riavvio delle lezioni. Ognuno a seconda delle proprie esigenze e possibilità.
Il primo punto è quello, inevitabile, dalla ridefinizione della didattica. Al rientro a scuola infatti riprenderanno le lezioni in presenza, ma non termineranno quelle da remoto. Resterà un’alternativa, come accaduto durante la quarantena. La regola del distanziamento sociale, infatti, in molti casi sarà particolarmente difficile da fare rispettare. La possibilità di fare mantenere metro di spazio tra ogni studente dipenderà dalla disponibilità degli spazi e dal loro adeguamento.
Senza contare l’idea, molto difficile da praticare, di fare entrare i giovani in diversi orari, di fare mantenere loro sempre sul viso le mascherine e di avere nuovo personale capace di gestire tali situazioni. E anche quelle più complicate. Come ad esempio la ricreazione.
Ci sono istituti che hanno già provato ad applicare tali misure, in città come Milano o Siena. Di fatto, ciò che è emerso è che se la didattica ricomincerà, per gran parte, in presenza, per evitare assembramenti bisognerà dividere le classi. Perciò serviranno più docenti e più personale.
Il ministro Azzolina ha spiegato di avere bandito settantottomila posti per nuovi insegnanti, ma non è affatto certo che tutto vada a buon fine. Senza contare che le stime affermano che questi posti nemmeno basterebbero, rispetto agli ottantacinque mila insegnanti richiesti e i ventunmila collaboratori.
Per gli intervalli di entrata, si pensa a un tempo che va dai dieci ai trenta minuti per classe. Si è parlato anche di ipotetici controlli agli ingressi, di cui dovrebbero essere incaricati i collaboratori scolastici. Questi dovrebbero anche misurare la febbre al personale. E il distanziamento nell’ingresso dovrà essere abbastanza significativo nelle scuole superiore, al fine di evitare anche l’affollamento nei mezzi pubblici.
I ragazzi delle scuole superiori, perciò, potrebbero essere invitati ad entrare in turni mattutini e pomeridiani, oppure di frequentare una didattica mista, sia in presenza che a distanza. Nei banchi potrebbero non essere richieste le mascherine, ma si deciderà a fine agosto. In base all’andamento dei contagi. E in base alla disponibilità di banchi doppi o singoli.
C’è anche chi ha pensato di utilizzare strutture diverse dalle aule. Ad esempio teatri, palestre, cinema. Ma saranno richieste accortezze di tipo educativo, come la divisione in gruppi. Insieme alla riconversione di tutti gli spazi interni, che dovranno essere sempre igienizzati per accogliere gruppi di lavoro o di apprendimento.
Nei bagni si andrà con la mascherina e uno per volta. Il personale scolastico dovrà cercare di pulirli il più possibile. Le finestre dovranno essere mantenute aperte il più possibile, al fine di permettere l’areazione delle stanze. E le strutture scolastiche dovranno munire i corridoi di indicazioni chiare per muoversi all’interno degli spazi.
Un obiettivo richiesto in maniera esplicita dal ministero è quello di mantenere l’insegnamento dell’educazione motoria. Per questo le palestre, anche se la mattina dovranno ospitare le classi, nel pomeriggio dovranno essere riconvertite per le ore di educazione fisica. Nelle scuole più grandi i ragazzi, qualora fosse possibile, potranno recarsi all’aperto per prendere aria dall’utilizzo delle mascherine.
Infine le mense sono considerati uno dei momenti più rischiosi per quanto riguarda il contagio. Molti dirigenti pensano di non aprire proprio le sale mensa e lasciare che gli alunni consumino il pasto in aula, nel proprio banco. Quindi, ci si dovrà attrezzare per garantire monoporzioni con posate e accessori monouso. E fare in modo che i banchi vengano ogni volta disinfettati.
Prima delle lezioni, infine, a tutti gli insegnanti verranno effettuati i test sierologici, che pare dovrebbero essere volontari e gratuiti oltre che ripetuti in maniera periodica. Ma non appena un docente o uno studente dovesse manifestare sintomi, la Asl verrebbe avvisata all’istante e il presidio medico territoriale si dovrà attivare.
Giovanni Bernardi
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