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Nelle scuole di Bologna spopola l’Orgoglio Gay

Nelle scuole di Bologna i transgender sono riusciti ad inserire una serie infinita di eventi, atti a confondere il mondo dei piccoli con la loro teoria del “tutti i generi sessuali sono plausibili”.
Molte di queste iniziative sono approvate e finanziate addirittura dal Ministero e propinati sotto forma di ingenui (ma nemmeno tanto) spettacoli teatrali, spettacoli di danza, in cui anche Santa Maria Maddalena è una travestita!

Ma pare che a Bologna questa ri-educazione azzardata e arbitraria dei più piccoli, alla sessualità ambivalente, sia stata inculcata sin dai mesi estivi di quest’anno, quando le educatrici di un centro estivo, addirittura di una scuola dell’infanzia, si sono lasciate trasportare dall’entusiasmo saffico del Gay Pride di Bologna, del 7 Luglio.

Le educatrici hanno coinvolto i bambini in una sorta di baby Gay Pride, senza neppure avvertire i genitori.
I loro cartelli dicevano: “Oggi ci siamo dipinti la faccia con i colori dell’arcobaleno per festeggiare insieme il gay pride!”. “In cortile abbiamo letto “Buongiorno postino!” e “Piccolo uovo” perché esistono tanti tipi di famiglie”.
In quell’occasione, il Consigliere Comunale Tonelli aveva raccolto l’indignazione di molti genitori.

Il Ministro Fontana parla delle scuole di Bologna

Il Ministro Fontana si era così espresso: “Siamo allibiti e preoccupati, sia perché in questa vicenda sono coinvolti bambini molto piccoli, sia perché l’iniziativa è stata presa all’insaputa dei genitori e, quindi, senza il loro consenso preventivo. Non si capisce quale presunto criterio educativo sia stato adottato.

Ci auguriamo quindi che sia avviato, come annunciato dalla cooperativa, un attento e doveroso approfondimento dei fatti e delle responsabilità”.
Mentre Elisa Dal Molin di “Famiglie Arcobaleno” ribadiva:
“Non è mai troppo presto per abituare i bambini alla diversità: si tratta soltanto di spiegare loro che esistono tanti tipi di famiglie e che due persone che si amano possono voler avere un bambino, niente di più.

Credo che le educatrici abbiano fatto bene a cogliere la palla al balzo e voler introdurre con la scusa del Pride la tematica delle tante famiglie. La libertà delle insegnanti va sempre rispettata. Il problema, ancora una volta, sono i genitori non i bambini. Il tema non è l’omossessualità, ma l’omofobia”.

Antonella Sanicanti

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