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Selfie e filmati in chiesa quando sì e quando no: ecco cosa dice la legge

Quante volte ci è capitato di vedere durante una funzione religiosa o una processione, centinaia di telefonini puntati in riprese.

In certi momenti possono risultare davvero fastidiose. Ma è sempre possibile farle? anche quando la circostanza richiederebbe più l’attenzione spirituale che quella del “mero ricordo”?

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Una fedele ha chiesto delucidazioni in merito ad un teologo. Solo questione di privacy invasa o c’è dell’altro?

Filmati e selfie in chiesa

Una vera e propria “moda” è quella che, causa anche l’uso smodato dei social in ogni loro forma, tutto deve esser filmato e postato. Tutti devono vedere, sapere cosa facciamo, anche quando si tratta di momenti che, in realtà, andrebbero più vissuti che ripresi, e anche rispettati. Ha sollevato grande reazione il comportamento di alcuni fan che hanno addirittura chiesto un selfie a Maria De Filippi durante il funerale del marito, Maurizio Costanzo. 

A chi non è mai capitato di vedere, durante una processione (ad esempio) tanti, anzi troppi cellulari puntati in su, verso la sacra immagine, per fare video o foto. Al posto del cellulare, non sarebbe meglio alzare le mani giunte in preghiera verso il Santo o la Vergine Maria?

O ancora, durante importanti celebrazioni religiose, che siano matrimoni o, peggio, la visita di un Vescovo: anche in quel caso, troppi cellulari pronti per la ripresa del momento, piuttosto che godere di ciò che si sta vivendo.

Una mamma, ha posto una domanda precisa sul suo diritto a non esser filmata, a non comparire nei filmati altrui o nelle foto fatte durante le celebrazioni o le processioni, anche per tutelare la sua di privacy e, soprattutto, quella di suo figlio.

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Per la legge se il luogo è pubblico si può

La risposta del teologo è arrivata, chiara e concisa, sulle pagine di Famiglia Cristiana: “L’art. 10 del Codice civile afferma che «non occorre il consenso della persona quando la riproduzione dell’immagine… è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico». A meno che «ciò determini pregiudizio all’onore, alla reputazione o anche al decoro della persona ripresa/ fotografata» (art. 97, L. 633/1941)”.

Se si tratta di momenti pubblici, non occorre consenso delle persone presenti: questo è ciò che dice la legge. Ma il teologo descrive, anche che “[…] nella professione di fede battesimale diciamo a tale proposito: «…noi ci gloriamo di professarla»”.

Ma quante volte, la situazione ci imbarazza, specie quando si tratta di singole persone che riprendono. Diverso è, invece, quando ci sono addetti ai lavori che sono lì per fare un servizio di utilità pubblica.

Per i minori invece? Lì la situazione diventa più complessa. In questo caso, specie per le riprese che riguardano i loro volti, occorre il consenso di entrambi i genitori, come descritto anche dalla Costituzione, art. 31 e dalla legge 176/1991.

Rimane comunque una domanda da porsi: è più importante la ripresa o la foto di quel momento in chiesa o durante una processione o assaporarne la spiritualità senza distrarsi?

Selfie con Maria De Filippi davanti al feretro di Maurizio Costanzo – photo web source

Quando a mancare è il buon senso

Siamo più distratti a immortalare il momento del passaggio del Papa o del Vescovo, ad esempio, piuttosto che concentrarci sul ricevere la sua benedizione che, in quel momento, sta impartendo. Sembrano piccoli aspetti ma invece sono molto importanti per la nostra vita spirituale.

Un altro aspetto importante, che non va tralasciato, è anche quello del buon senso. E’ possibile, anche, accettare e capire di voler scattare una fotografia a ricordo di un particolare momento, ma è anche necessario non “perdere la testa”. Un brutto esempio di questa smania di fotografare e/o filmare tutto, la si è avuta alla camera ardente per Maurizio Costanzo, il noto presentatore tv scomparso qualche giorno fa.

Tutti abbiamo avuto modo di vedere alcune persone, proprio davanti al feretro di Costanzo, hanno chiesto alla moglie lì presente, Maria De Filippi, di farsi un selfie. Lei, in modo educato ha comunque accettato. Ma è stato giusto? Il buon senso dove è andato a finire? È stato un gesto di cattivo gusto durante una commemorazione funebre, chiedere di immortalare quel momento con la moglie del defunto? Ma come si può arrivare a tanto.

Qualche domanda sarebbe bene farsela.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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