Sapienza e semplicità sono due concetti che, nell’ottica cristiana, viaggiano di pari passo. Questi sono concetti che ci portano a riflettere sulla via che porta alle cosiddette “false conoscenze”, da cui derivano poi le tentazioni del mondo. Da dove deriva la vera sapienza, se non dall’intelletto umano?
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Cerchiamo di comprendere, insieme alle parole di un grande Santo dell’Europa Cristiana Medievale, uno degli insegnamenti più importanti riguardanti la strada che supera il male. Le parole che ci mettono davanti a questa importante riflessione parlano di Santa sapienza e semplicità Sacra, due vincoli importantissimi per confondere il male e la tentazione. Ad offrirci questo profondo spunto di riflessione è San Francesco d’Assisi, che ci parla di come è possibile superare ogni forma di conoscenza terrena, proponendo al tempo stesso una via di vita che va oltre le apparenze e che conduce, direttamente, alla verità più profonda. San Francesco d’Assisi è una delle figure spirituali più profonde e iconiche dell’intero occidente medievale. La storia cristiana ha conosciuto pochi personaggi del suo calibro, in grado di metterci davanti una verità assoluta. Il Santo, però, ha deciso di offrirci tutto il suo insegnamento attraverso l’esempio pratico del Vangelo.
La Santa Sapienza e la Pura semplicità
Scavando tra i suoi scritti, possiamo trovare delle parole molto significative sulla lotta alle tentazioni. Il Santo, ci insegna che “La santa sapienza confonde Satana e tutte le sue insidie. La pura santa semplicità confonde ogni sapienza di questo mondo e la sapienza della carne” (Fonte: scritti di San Francesco d’Assisi). Il pensiero che la Santa sapienza confonde Satana, insieme a tutte le sue insidie che ci pone davanti, rappresenta un aspetto fondamentale della sua spiritualità, nonché della sua visione del mondo. In questo passaggio, viene evidenziato un aspetto centrale. Francesco, infatti, sottolinea la potenza della vera sapienza, quella che non deriva dalle forze umane, ma è donata da Dio stesso. La sapienza divina, dunque è vista dal Santo come un potente strumento contro le insidie del diavolo, che simboleggiano il male, l’inganno e la tentazione. La confusione di cui parla il Poverello d’Assisi, è quella provocata dalla Santa sapienza e questa indica una netta vittoria della verità e dell’umiltà contro tutte le strategie malvagie e ingannevoli.
Semplicità santa contro sapienza del mondo
Altro aspetto importante messo in luce dal Santo è la contrapposizione tra pura semplicità (che è anche Santa) e sapienza umana e carnale. La prima, ci insegna il Santo, supera di gran lunga la seconda. La semplicità che ci viene proposta in questa sede non è affatto rappresentata dalla superficialità o dall’ignoranza. Tutt’altro, si tratta di una visione che supera le complicazioni mondane. San Francesco, quindi, non respinge la conoscenza, ma la mette in discussione, considerando la sapienza cosiddetta “mondana” come fuorviante e spesso limitata se non è guidata dalla luce divina. L’esortazione, l’invito del Santo è quello di abbracciare una comprensione più profonda e più legata all’aspetto spirituale della realtà. L’invito a riflettere è importantissimo. Francesco ci chiede di fermarci a pensare, anche con la preghiera, alla distinzione profonda tra la sapienza che deriva dall’umiltà e dall’essere sé stessi e quella che invece si basa sulla conoscenza mondana, quindi terrena.
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