Una signora di ottant’anni, una nostra mamma o, addirittura, una nonna, deve aver vissuto, nei suoi anni giovanili, lo strascico della seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti, dei tedeschi come degli alleati, avevano lasciato macerie e fame, intorno alle nostre grandi e piccole città.
Ora, nel 2017, a più di mezzo secolo di distanza, alla periferia di Milano, quella stessa donna, sopravvissuta a chissà quali vicende personali e familiari, viene aggredita e violentata, da un uomo che per caso la incrocia per strada.
Così, la scia di violenze inaudite sulle donne e l’indignazione per una mancata giustizia, anche nei confronti di assassini, rei confessi, conclamati, lascia davvero, nello sconforto più totale, tutti i cittadini italiani.
E ci domandiamo: Dove sono le forze dell’ordine, che pur paghiamo coi nostri contributi, per garantire un minimo di sicurezza nelle strade? Dove sono i giudici onesti che, di fronte all’evidente colpevolezza di alcuni soggetti malfattori, siano disposti a ricorrere a serie e severe punizioni? Quali sono (se ci sono) le leggi che tutelano i deboli della società?
Nessun controllo nelle zone a rischio, nemmeno dopo le centinaia di denunce e di reati degli ultimi anni, nemmeno dopo i molti, abusivi, non autorizzati, ingressi dalle frontiere.
Nessuna misura preventiva, immediata o di emergenza, dopo i tantissimi casi di violenza, in crescente aumento, e di spietata non curanza della vita delle donne.
Lunghi dal voler chiudere le frontiere, poiché sono tante le persone che fuggono da guerre e da altre calamità e che, in nome della carità, vorremmo di cuore aiutare; lunghi dall’inneggiare alla violenza privata, pur di difenderci, secondo la legge, ampiamente superata (si spera, almeno) del taglione (occhio per occhio, dente per dente), diciamo che non ci può essere perdono senza giustizia o senza pentimento!
Non possiamo, e non dobbiamo, più tollerare questi soprusi e l’elevato tasso di disinteresse e mancato rispetto verso il genere femminile, soprattutto da parte delle autorità competenti.
Abbiamo bisogno di fatti, perché le chiacchiere non servono a salvare vite. E preghiamo fortemente perché le coscienze si sveglino e inizino ad operare per il bene di tutta la società; smettano di giustificare le azioni scorrette, che fanno notizia sulle tante testate giornalistiche di cronaca nera.
L’agguato alla signora milanese, risale a qualche giorno fa e ricorda, per la sua dinamica, quello di un caso analogo, avvenuto a Bari, il mese scorso: un ragazzo straniero di 26 anni, dopo essersi offerto di portare le buste della spesa (prima analogia), ad una signora anziana (altra analogia), la violentò (deplorevole analogia), lasciandola in condizioni inimmaginabili.
Nonostante il comprensibile stato di choc, la signora è riuscita a dare una qualche indicazione utile, sul ragazzo responsabile della violenza, poi è stata condotta alla clinica Mangiagalli, per essere affidata a medici specializzati, nell’assistenza psicologica alle vittime di violenza.
Sulla vicenda indaga la Squadra Mobile di Milano, che ha escluso, ovviamente, il tentativo di rapina: questa era un’aggressione a sfondo sessuale!