Qualche giorno fa, in occasione della celebrazione in Quirinale del Giorno della Memoria, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato a tutti come le leggi razziali siano state una diretta conseguenza del ventennio fascista, smentendo di fatto quanti, seguendo visioni distorte e revisioni storiche, affermino che il fascismo ha portato anche buoni frutti e che, purtroppo, il ricordo di questi buoni provvedimenti sia occultato da due grossi errori: l’ingresso in guerra e le su citate leggi.
Per dare ulteriore forza alle giuste parole del presidente, vi offriamo un nome ed una storia che a quelle leggi razziali, a quella crescente spirale di follia autoritaria e culto dell’orgoglio patrio sono legati a doppio filo: stiamo parlando di Sergio De Simone, bambino di 8 anni deportato in un campo di concentramento, utilizzato come cavia da laboratorio e successivamente brutalmente ucciso dai nazisti. Aveva solamente 8 anni, Sergio quando gli ufficiali fascisti lo hanno sottratto alla sua infanzia insieme alla famiglia, prelevandolo coattamente dalla sua abitazione nel Vomero.
Il piccolo venne deportato in Auschwitz e successivamente ad Amburgo dove venne scelto tra i 20 bambini che il medico nazista Kurt Heissmeyer aveva deciso di utilizzare per i suoi esperimenti sulle malattie infettive: entrato nella stanza dei bimbi nel campo di concentramento di Birkenau, Heissmayer disse loro: “Chi vuole rivedere la mamma” e Sergio, insieme ad altri 19 bambini, fece l’errore di fare un passo avanti. Nelle settimane successive i piccoli vennero infettati con il virus della tubercolosi e dopo aver sofferto atrocemente vennero fucilati nell’adempimento della soluzione finale.
Tutto questo non sarebbe successo a Sergio se il governo fascista non avesse approvato le leggi razziali, e queste non sarebbero state approvate se alla base della filosofia fascista non ci fosse stato il culto della superiorità italica che concettualmente comporta l’accettazione della discriminazione di razze considerate inferiori. Ma questa è la storia è Sergio viene oggi ricordato durante il giorno della memoria come l’unico bambino italiano sottoposto ad esperimenti nei lager nazisti e la sua unica colpa è stata quella di avere avi ebraici.
Luca Scapatello